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Articolo n° 8699 del 16 Marzo 2007 delle ore 16:59

Occupazione piazza Bologna: un’occasione perduta?

Per la prima volta, per quanto è a nostra conoscenza si era verificato un evento, sempre a nostro avviso, estremamente interessante e con una valenza positiva pe la città e il quartiere di Villapiana. Un evento importante per due ragioni positive; da un lato alcuni giovani savonesi, (dei quali non ci interessa conoscere nello specifico la provenienza e gli orientamenti politici), avevano dato un segnale della necessità di avere uno spazio proprio, dall’altro il porre in evidenza lo stato di degrado e di abbandono di una struttura realizzata con il denaro pubblico, (della quale noi siamo contrari all’abbattimento) che poteva essere utilizzata come momento di aggregazione sociale. Due motivazioni che ci avevano fatto pensare che anche a Savona si poteva andare nella direzione di una maggiore attenzione ai problemi giovanili, e nel contempo potevano generare una nuova fase nella gestione delle questioni del disagio giovanile, e allo stesso tempo potevano rendere un servizio all’interno di un quartiere della città di Savona. Un quartiere che per varie ragioni, nel tempo ha perso una caratteristica importante: la solidarietà e la integrazione tra giovani e vecchie generazioni di Savonesi. Non stiamo qui ad esaminare nel dettaglio la trasformazione di un quartiere di estrazione popolare in una periferia degradata della città, ci preme evidenziare tuttavia, una serie di questioni di carattere sociale e politico che emergono dallo svolgersi della vicenda. In prima istanza sono apparse evidenti le contraddizioni esistenti nella maggioranza consigliare che amministra Savona¸ Nei fatti, mentre la sinistra radicale che compone il consiglio comunale, si faceva garante e sostegno della “occupazione” dell’ex mercato di piazza Bologna, il Sindaco e la giunta ponevano la questione sul piano della legittimità del fatto, e intimavano lo sgombero della struttura, concretizzato nei giorni scorsi dall’intervento inevitabile del procuratore Scolastico A seguire, approfittando della inesperienza dei giovani del collettivo “La Barricata” si sono avviate trattative per dare soluzione, a nostro avviso dilatoria e in definitiva distruttiva del collettivo dei giovani. In questo modo la “legalità” è stata ripristinata, ma si è distrutto un segnale forte che andava capito e sostenuto in ben altro modo. Ora tutto ritorna allo stato primitivo, il quartiere resta fermo, gli abitanti possono riposare tranquilli, ma il problema dei giovani rimane. Poteva essere una novità interessante, poteva rappresentare un segnale della attenzione al disagio giovanile, poteva essere un aiuto ad uno sviluppo della socialità della integrazione tra giovani ed anziani, della solidarietà; ma a Savona “città delle torri” tutto deve essere gestito per non disturbare i manovratori, per dare una immagine di ordine e legalità. Peccato. Non vogliamo incitare nessuno alla rivolta, ma la resistenza, quella si che avremmo voluto vederla. Guarda caso, proprio oggi 16 marzo 2007 , notizia apparsa su La Stampa dal titolo “Moratti la dura legalizza il Leonka” dovrebbe far riflettere. Non mollate “barricaderi”noi siamo dalla vostra parte!

Giorgio Magni
portavoce della sezione provinciale “Bruno Luppi”
del Movimento Costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori


» Redazione

1 commento a “Occupazione piazza Bologna: un’occasione perduta?”
Lorenzo Piolla ha detto..
il 24 Marzo 2007 alle 11:15

Caro Giorgio, non mi meraviglio affatto del suo sostegno (condiviso e coadiuvato dai membri del suo partito) al progetto dei ragazzi del Barricata. Siamo abituati allo strano paradosso di una sinistra radicale che sostiene di essere parlamentare, che ha il sincero -?- obiettivo di definirsi democratica ma che, alla fin fine, si schiera dalla parte dei movimenti politici “extra”governativi (non finga di non sapere gli ideali politici in cui si rispecchiano i giovani del Collettivo Barricata: certo non sono di centrodestra, né di destra, né cattolici moderati… è parte viva del vostro elettorato, lei lo sa bene e anche per questo li sostiene) al fine di “motivarli” all’occupazione abusiva o, parole sue, alla RESISTENZA? Non si nasconda dietro un dito, Giorgio, parli chiaro. Che tipo di resistenza si aspettava? Quella contro il pubblico ufficiale, tanto cara ai “compagni” danesi? Resistere significa barricarsi in una struttura edilizia sulla quale non si ha alcun diritto di possesso né di affitto e non permettere lo sgombero, tra l’altro, desiderato dai cittadini? Quella resistenza che porta ad un ostinato perseverare in atteggiamenti anarchici e illegali?
Lei dice che i giovani del Collettivo sono ancora inesperti. Bene, meno male, perché sembra che essere “maturi” nell’appartenenza ai centri sociali significhi specializzarsi nell’odio verso le forze dell’ordine, nel lancio di bottiglie incendiarie (é sempre successo, non me lo sto inventando), nell’antiamericanismo, nell’elusione di qualsiasi legge democratica prevista dalla Costituzione.
Sul fatto, badi bene, che il quartiere di Villapiana sia degno di una maggiore attenzione da parte del Comune, sul fatto che lo spazio dell’ex-mercato potesse essere sfruttato per fini culturali o associativi piuttosto che essere lasciato a sé stesso, sul fatto che si possa e si debba porre più attenzione alle necessità dei giovani savonesi siamo d’accordo. D’accordissimo.
Ma la modalità per il raggiungimento di qualsiasi fine sociale -anche il più nobile- non può prescindere dalla legalità. E poi, me lo lasci dire, non é che Savona sia così povera in quanto a possibilità ludico-ricreative per le nuove generazioni. Ci sono splendide librerie, cinema, biblioteche. C’è una scuola di teatro, ci sono le palestre, ci sono associazioni culturali molto preparate ed interessanti sul territorio. Forse talvolta sono possibiltà che prevedono un minimo esborso economico. Bene, allora educhiamo i giovani a spendere bene i propri soldi, e non incentiviamoli all’occupazione abusiva -gratis- di ciò che non gli appartiene.
LORENZO PIOLLA.

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