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Articolo n° 8731 del 17 Marzo 2007 delle ore 15:29

Capirossi, ad Alassio un campione di umiltà con uno sogno insieme a Valentino

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Alassio. Un palazzetto gremito ed un’aria quasi familiare, quella che si è respirata ieri sera al Palazzetto “Ravizza” di Alassio durante l’incontro con il campione del Moto Gp Loris Capirossi, ospite di “Parliamo di… una proposta culturale per la scuola, per l’aggiornamento, per il dibattito critico”, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Alassio in collaborazione con il Liceo Don Bosco. Sul palco, assieme al motociclista, solo Carlo Canzano, il giornalista sportivo caposervizio del settimanale “Sport Week” de “La Gazzetta dello Sport”. Canzano con una lunga intervista si è fatto portavoce delle tante domande che un personaggio come Capirossi può suscitare nei giovani. Capirossi infatti si è dimostrato un campione di grande esperienza, che si è messo nei panni degli ascoltatori, raccontando del motomondiale, parlando dei lati positivi e negativi della professione del motociclista e dei retroscena di uno degli sport più amati dal mondo giovanile, sia dentro che fuori dal circuito. [thumb:2504:r]Tema focale dell’incontro infatti è stato il rapporto che lega i giovani al motocliclismo e alla stessa moto, che è un elemento importante di aggregazione degli adolescenti. Il motocliclista infatti ha parlato anche in termini personali di quello che è il suo rapporto con il mezzo che lo ha portato al successo, dimostrandosi comunque un grande campione di umiltà, un uomo che sa da dove viene e riesce ad apprezzare ciò che con la fatica ed il sudore ha ottenuto. Dopo l’incontro Capirossi è stato totalmente assalio dai fans, che durante la serata hanno dimostrato enorme affetto. Ecco alcune delle domande che sono state rivolte a Loris.

Che consiglio dai ai giovani appasionati di motociclismo che vogliono correre in pista in sicurezza?

Il mio consiglio è sicuramente quello di iniziare ad approciarsi a questo sport correndo sulle minimoto, moto più piccole ma sulle quali ci si diverte molto. Anche il Motard e l’Enduro sono comunque adatte per chi si avvicina per la prima volta alla moto.

Non ti sembra che le nuove leve siano troppo “macchine create”, giovani spinti alla professione del motociclista sui quali viene già creata una carriera prima ancora che inizino a correre?

Sì, in effetti vedo io stesso son i miei occhi quattordicenni arrivare nel paddok con al seguito già un team, uno sponsor. Credo invece che la gavetta debba sempre esserci. Quando ho iniziato a correre io, lavoravo dieci ore in fabbrica per aiutare i miei e permettermi di coltivare quello che era il mio sogno. Così sono riuscito ad apprezzare tutto perché ho vissuto sulla mia pelle le difficoltà. Ora molti giovani sognano di diventare un motociclista solo per essere qualcuno o avere successo: bisogna sudarsi le cose, perchè così tutto diventa più bello.

Quale è stata la gara più bella della tua vita?

Premetto che ogni gara per me è stata importante, ogni gara ha la sua storia. Forse una che ho particolarmente nel cuore è l’ultima della stagione del motomondiale del ’90, ma sono comunque tutte belle ed ogni gara ha le proprie emozioni.

La moto è un oggetto al quale ci si appassiona da giovani. Tu sei pilota di una casa, la Ducati, nata e cresciuta assieme a te. Che rapporto c’è fra te e la sua squadra?

C’è un rapporto molto particolare, perché io di questo team ho vissuto momento dopo momento. La mia squadra è come una grande famiglia: siamo capaci di stare svegli tutta la notte per risolvere un problema, ma sempre con il sorriso.

Parlando del panorama motociclistico più in generale, come mai le case motociclistiche affiancano sempre uno straniero ad un italiano e non formano mai un team composto da due nostri connazionali?

Questa è una domanda alle quale io nn posso rispondere, più che altro perché sono cose che non dipendono da me. Uno dei miei sogni è quello di fare un anno con Valentino correndo per lo stesso team, perchè riconosco in lui un vero campione ed un ottimo compagno di squadra.


» Marta Stella

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