[thumb:2606:r]Loano. Grande attesa a Loano per l’inaugurazione della mostra di Enrico Baj nelle sale di Palazzo Doria, in programma oggi pomeriggio alle ore 18:00. In mostra, dal 31 marzo al 2 giugno, l’opera di uno tra i maggiori protagonisti delle avanguardie europee degli anni Cinquanta. La mostra, curata da Sandro Barbagallo e Gian Pietro Menzani, si inserisce nell’ambito di “Arte a Palazzo Doria”, progetto promosso dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Loano, che propone di portare l’arte nel quotidiano anche attraverso mostre d’arte contemporanea presentate nel palazzo sede del governo della città . Dopo Emilio Tadini, Valerio Adami, Ugo Nespolo, Walter Valentini, Joe Tilson i saloni del cinquecentesco Palazzo Doria accoglieranno le opere di grande formato di uno degli artisti italiani più riconosciuti e apprezzati nel panorama internazionale.“Riflettendo su tutta l’opera di Enrico Baj†dice Sandro Barbagallo “la critica concorda che, in qualche strano modo, egli ha anticipato la Pop nella sua accezione più europea e sicuramente quel neodadaismo romano più noto come la scuola di Piazza del Popolo.†La mostra è un omaggio all’opera di Baj degli anni Sessanta e Settanta. A partire dalle figurazioni nucleari degli anni Cinquanta – che testimoniano le paure seguite a Hiroshima e proiettate nel futuro – nell’opera di Baj si manifesta un forte impegno civile contro ogni tipo di aggressività che, attraverso i “generali†e le “parate militari†degli anni Sessanta, approda negli anni Settanta a tre grandi opere I funerali dell’anarchico Pinelli (1972), Nixon Parade (1974) e l’Apocalisse (1979).
A Loano sarà esposto il primo dei tre grandi quadri, insieme a trenta disegni preparatori. Lungo dieci metri, alto tre metri e mezzo e profondo due metri e mezzo, I funerali dell’anarchico Pinelli occuperà il salone centrale del piano nobile di Palazzo Doria.
Completeranno la mostra alcune significative opere degli anni Sessanta quali Comizio nel bosco (1963), Parade (1962), Personaggio urlante (1964), Meccano A/34 (1965).
“Ogni artista, prima o poi, sente il bisogno di lasciare una testimonianza definitiva con la propria arte.†spiega il critico Barbagallo “Lo ha fatto Picasso con Guernica, ma anche Carlo Carrà con I funerali dell’anarchico Galli. Baj è ossessionato da quest’ultimo e da
tempo medita di rifare quel quadro alla sua maniera. Mai però avrebbe immaginato che l’ispirazione gli sarebbe venuta dalla realtà : il 15 dicembre 1969 il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli cade misteriosamente da una finestra al quarto piano della Questura di Milano.
I funerali dell’Anarchico Pinelli ci appare ancora oggi come un’installazione molto complessa. Sagome ritagliate, pannelli di legno multistrato, pedana coperta di passamanerie quasi fossero immondizia, teste di robot dai colori acidi con un occhio a lampadina, sono le prime cose che colpiscono all’impatto.†Come Guernica nel 1953, anche I funerali dell’Anarchico Pinelli vengono esposti nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. L’inaugurazione della mostra è fissata per il 17 maggio 1972, ma in quello stesso giorno viene ucciso il commissario Luigi Calabresi e la mostra viene annullata.
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