[thumb:2660:r]Il mio primo articolo data 21 marzo e già dopo due giorni abbiamo dovuto cambiare il nome alla rubrica diventando così e per sempre, o fino a che diffida ci separi, “Il golosastro” (sottotitolo: chiunque con conoscenza ed ironia mangia e beve e di ciò ne gode). Cosa si deve comprendere da questo necessitato cambio di nome (il precedente non penso di poterlo nemmeno menzionare, sapete come suscettibili gli avvocati…)? Che questa rubrica, seppur neonata, ha già attirato l’attenzione non dico di mezzo mondo ma sicuro del mondo che conta – e ciò è buono – vuol dire che stiamo iniziando un percorso, come dire, degno di attenzione. “Stiamo iniziando” inteso come verbo impegnativo anche per voi, altrimenti in due articoli inizio ad auto-incensare me, quello che assaggio, chi conosco, e finisce che mi fanno condurre una trasmissione televisiva con pentole e padelle in mano. Fra due fuochi: il salone dell’Agroalimentare da un po’ trascorso e il Vinitaly, la mia disneyworld annuale, appena trascorso. Tre giorni dal gruppo dei golosastri (gli irriducibili della condotta Slow Food “Levante Savoneseâ€) trascorso alla continua ricerca del buono e del buonissimo. Tre giorni a girare il mondo attraverso i vini dei cinque continenti, tant’è, e ne parlerò in un prossimo articolo, quello che arriva dai nuovi mercati è tutto quello che noi italiani stiamo cercando di evitare e vi anticipo che la ragione spetta a noi.
Due fiere enogastronomiche (ricordo che Vinitaly è accompagnata da Sol, “Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità â€) che così diverse fra loro mi tentano in un ardito parallelismo.
Il nostro salone è, come giustamente scritto dalla mia compagna di viaggio Monica, l’essenza del mercato di nicchia: prodotti unici, irripetibili, pochi e buoni… se escludiamo il pesto fatto in Australia o a Singapore, ma è come se io mi mettessi a copiare Picasso!
Il Vinitaly è un immenso, smisurato, eccessivo parco giochi: come ogni anno ho trovato tutto, per tutti. Certo che i prodotti buoni ed eccellenti c’erano, ardua è stata solo l’opera di selezione: stand imponenti, ricchi e belli come uova di pasqua attendevano i visitatori con mille sorprese, parola che nel campo vinicolo richiede molta attenzione.
Simpatico è stato l’assistere a pochi metri dall’ingresso e a mezz’ora dall’apertura della fiera a buffi soggetti che vagavano senza meta e con faccia atona mentre gli amici cercavano di raggiungerli con bicchieri pieni di rossi e bianchi: fauna minoritaria del Vinitaly!
Due manifestazioni così diverse fra loro, quindi, dalle quali trarre i dati per la manifestazione perfetta.
Il Vinitaly è business allo stato liquido e il nostro salone ha molto da insegnare ad esso sul tipico, sulle produzioni biologiche e sul rapporto ancora intimo fra uomo e terra. D’altro canto un po’ più di spirito “imprenditoriale organizzato†da parte degli espositori del Salone Agroalimentare savonese potrebbe solo che giovare a loro in primis e far crescere ogni anno di più la fiera, non solo come numero di espositori e visitatori.
Dare la possibilità al visitatore di fare un ordine all’azienda direttamente in fiera dei prodotti che sta degustando:
– agevola l’acquisto e quindi la vendita (il “mi chiami lei in azienda finita la fiera così se mi trova ci organizziamo e le dirò il costo e come possiamo se possiamo spedirglielo†è il modo migliore per far passare la voglia di acquistare);
– è un ottimo indicatore e di riscontro per l’azienda che così capisce subito se è stato un buon investimento partecipare;
– offre un concetto di servizio e ospitalità che i nostri ingiusti detrattori ci accusano essere parchi (ironia):
– evita scene imbarazzanti di malcapitati avventori carichi come muli di arbanelle e prodotti alla rinfusa arrancare per la fiera con latte da cinque kg di olio sulla testa.
Detto ciò inizio la decompressione dai miei tre giorni più lunghi dell’anno (Merano wine festival escluso).
Ricordo la mia mail: fulviosantorelli@ivg.it. Comunicazioni, critiche, inviti a degustazioni, ecc. avranno pronta risposta.
I golosastri e la condotta “Levante Savonese†accoglieranno a braccia aperte tutti i viandanti alla ricerca del buon bere e buon mangiare, sempre capendo cosa stiamo bevendo e mangiando.
[image:2659:c:s=1:t=Parte del gruppo dei golosastri davanti allo stand
della Regione Liguria al Vinitaly]
Sono contento che nascano iniziative come la vostra… il nostro territorio ha tanti prodotti meravigliosi che sono mal promossi!
Mi piacerebbe che gli appuntamenti enograstronomici della nostra zona fossero pubblicati nella vostra rubrica.
Continuate così!
E’ per me un piacere, caro Golosastro, accompagnarmi a Te&C. (per “C.” intendo gli amici che, come noi, aderiscono beati al buon costume del piacere della vita che va in tavola) in questo gustoso e prelibato percorso, che ha da poco avuto inizio… Un inizio già fortunato e già splendidamente entrato nel vivo, grazie alla passione per le “cose buone” (e, ovviamente, anche “pulite e giuste”, secondo il più genuino spirito di noi soci e simpatizzanti Slow Food!) che contraddistingue gli amici buongustai della condotta “Levante Savonese”, capitanata dal Golosastro Fulvio Santorelli… Leggere la tua novella rubrica, caro Fulvio, e concedermi il tempo e l’ardimento di scrivere un commento (meritatamente) elogiativo è il mezzo con cui mi sento di accompagnarvi anche quando non riesco a partecipare “fisicamente”, ovvero con tutti i sensi felicemente attivi, alle Vostre saporite iniziative di Condotta. Attraverso la lettura dei tuoi articoli consapevoli (come consapevole dev’essere la scelta del “buon mangiare” e del “buon bere”), rivivo buona parte delle piacevolezze eno-gastronomiche che abbiamo provato e degustato insieme. Anche la penna o, più modernamente, la tastiera d’un computer, è noto, sono efficacissimi veicoli di diffusione della “cultura della tavola”… e il nostro Golosastro sa pure trasmetterci, con naturale maestria, quella buona dose di passione che di rigore dev’essere generosa caratteristica della personalità d’ogni consapevole goloso (o Golosastro che sia…). Personalmente, da orgoglioso socio Slow Food e altrettanto orgoglioso “Onavista” (con la “v”… cioè socio ONAV, l’Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Vino), avendo sposato il sano stile di vita del buongustaio, non mi resta che rallegrarmi per l’entusiasmo e per la competenza dell’attiva Condotta del Levante Savonese e augurare i più lieti auspici alla nuova e già apprezzata rubrica “golosastra”!
Con sincera simpatia,
Dario
Parole sante caro Fulvio!
Per te una parola sola: Maestro!
Ti seguiremo sempre :D
Sentitamente.
Fabrizio e Simona
GRANDE CUGINO!!!!! LA PROSSIMA VOLTA VENGO ANCH’IO,NON VORREI CHE VI STANCASTE TROPPO TRA FORCHETTE E BICCHIERI…BELLA FOTO… ESCLUSI QUELLI CHE NON CONOSCO,CHE ASSOCIAZIONE A DELINQUERE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! BACI BACI. VIVI.
Commosso da tante attestazioni di stima (che siano amici??).
Gli ultimi due sicuramente si e ciò mi da piacere; ma i primi due sono nuovi amici, persone che hanno trovato interessante parlare di “politica enogastronomica” ligure e questo mi da gioia.
Vuol dire che piace questo nuovo modo di parlare?
Dire simpaticamente le cose che pensiamo possano essere migliorate?
Continuate e continueremo, in questa rubrica i commenti vengono memorizzati e applicati e se del caso portati avanti.
Più che commenti vorrei leggere proposte, consigli: non mi stancherò mai di ripeterlo che questa rubrica deve essere fatta da tutti voi!
Comunque grazie per le belle parole e a chiunque scriverà al primo appuntamento (che non tarderà ad esserci) offrirò da bere, se saranno critiche il vino saprà di tappo eheh.
A prestissimo.
Il Golosastro
COME SEMPRE INIMITABILE,GENUINO E MOLTO SFIZIOSO.
I SEGUACI DELLA CONDOTTA 385 LEVANTE SAVONESE
Simpatica iniziativa. L’ironia è il modo migliore per dire cose che peraltro condivido. Sono stato anche io al Vinitaly e posso dire che lo stand della liguria non brillava di certo come presentazione e servizio.