[thumb:33:r]Pochi lo sanno, ma la legge permette di accedere alla spiaggia anche attraverso gli ingressi degli stabilimenti balneari, di fare il bagno e di camminare lungo la battigia lungo la cosiddetta fascia di rispetto, larga 5 metri. Per ribadire questo diritto e protestare contro i titolari di stabilimenti che non consentono il libero accesso, l’ associazione Adiconsum organizza per domenica 13 maggio una mobilitazione generale a Genova. “Ci ritroveremo davanti ai bagni comunali San Nazzaro – hanno spiegato Stefano Salvetti e Michele Torrente – per andare sulla spiaggia e camminare in riva al mare, come è diritto di tutti. Purtroppo molti titolari di stabilimenti tengono chiusi i cancelli, altri hanno costruito opere abusive – hanno aggiunto Salvetti e Torrente – che impediscono il passaggio”. Torrente ha ricordato in particolare “le numerose denunce presentate alle autorità contro costruzioni abusive realizzate in particolare lungo il litorale in Corso Italia: muri, cancelli, recinzioni, piscine e costruzioni in muratura, del tutto abusive, vengono tollerate contro ogni legalità “. Adiconsum ricorda in particolare l’ultima legge Finanziaria “che ribadisce il diritto di accedere alla spiaggia. Gli articoli 251 e 254 – spiega Salvetti – affermano chiaramente che é obbligo per i titolari delle concessioni consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”. Il caso di Corso Italia “é al limite” affermano i responsabili di Adiconsum, che hanno raccolto già 900 firme per chiedere il rispetto della legge, ma in tutta la Liguria “la situazione non è positiva e sono molti gli abusi”. Salvetti e Torrente ricordano in particolare che la fascia di rispetto di 5 metri deve essere sempre lasciata libera in base a una circolare dellà autorità marittima: “questo significa una cosa importante – spiega Salvetti -: lungo la fascia si può transitare ma non si può sostare. Questo vale anche per i clienti dello stabilimento balneare, che, per legge, non possono sostare con asciugamani, ombrelloni, sdraio o lettini in quello spazio”. L’associazione, chiede infine agli enti locali, dal Comune alla Regione, di fare rispettare l’articolo 254 della Finanziaria: “devono garantire un equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili” spiegano Salvetti e Torrente.