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Articolo n° 10350 del 05 Maggio 2007 delle ore 07:49

Poliziotto di quartiere: l’opinione del S.a.p.

Questa organizzazione sindacale, a dispetto di altre in passato, ritiene fondamentale la presenza del poliziotto di quartiere. E’ quanto mai necessario pero’, che alle parole seguano i fatti, ovvero, che alle segnalazioni dei cittadini segua un intervento che pero’ molto spesso non si manifesta.
I dati statistici sono un esempio della carenza organizzativa, ovvero del fatto che il poliziotto metta se stesso dinnanzi al cittadino, per conto dell’amministrazione, e poi questa non risponda adeguatamente.
E lo stesso poliziotto che ritorna tra la gente cosa le risponde?
Ma veniamo ai dati:
1. il 16,5% degli intervistati, risponde che i reati sono in crescita piu’ un 42,75% che li ritiene costanti, ovvero un 59% dice che il servizio di polizia non ha cambiato la situazione; 2. il 15% risponde che non si sente piu’ sicuro, indifferente il 14.75%, ovvero quasi il 30% non trae sicurezza dalla presenza del poliziotto di quartiere; pero’ quasi il 70% dice di sentirsi sicuro, strano perchè la percezione dei reati in aumento o costanti produce un effetto diverso…
3. nelle zone d’azione del servizio quasi il 50% si sente protetto, ma il 41.5% dice poco o nulla.
In sostanza e’ ovvio che e’ difficile dare un segnale di sicurezza attraverso il poliziotto di quartiere, se poi non arriva una risposta ai cittadino in termini di risoluzione del problema prospettato.
Il poliziotto di quartiere non e’ un servizio semplice, ed e’ svolto con grande impegno da parte degli operatori addetti. non si dice pero’ che questi colleghi vestono una divisa che vale per tutti i servizi, che si devono comprare le scarpe per poter camminare per 6 ore 300 giorni l’anno in tutte le condizioni climatiche, che si devono comperare il berretto invernale perche’ ne hanno uno solo per tutte le stagioni, che non hanno mezzi di supporto informatici adeguati, che non hanno dispositivi di sicurezza come giubbetti anti proiettile da usare sotto la camicia in materiale tecnico anch’esso adeguato.
Che quando rientrano in ufficio devono cercare la carta per scrivere, la fotocopiatrice che funziona, o usare il computer del capo ufficio, perchè non dispongono di un ufficio dove possano coordinarsi tenere il materiale utile al loro servizio e quant’altro.
Allora si pretende di istituire il servizio e farlo funzionare prima di creare l’organizzazione che li supporti, che riceva le segnalazioni raccolte e che le tratti. il risultato e’ che quello che si puo’ lo risolve direttamente lo stesso poliziotto di quartiere, il resto aspetta nei cassetti…
Questa organizzazione non ritiene che le cifre siano quindi positive, e’ vero che la citta’ e tra le piu’ vivibili, ma non dobbiamo perdere il controllo del territorio, dobbiamo trasmettere alle fasce piu’ deboli una vera percezione di sicurezza fondata sui fatti e non sulle cifre che possono essere usate a piacere. le piazze la sera devono tornare un luogo di ritrovo sereno, per scambiare due chiacchiere, non luoghi dove avere il timore di tutto.
I vertici debbono fornire risposte, anche ai problemi piu’ comuni delle persone, determinati dalla micro-criminalita’, fenomeno maggiormente afflittivo, sia in termini psicologici che economico-sociali.

Roberto Frumento
Segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia

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