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Articolo n° 12741 del 07 Luglio 2007 delle ore 12:22

L’Enpa lancia l’allarme sulla desertificazione dei mari

“Quelle dei pescatori professionisti liguri sono lacrime di coccodrillo di fronte alla “sparizione” delle acciughe dal Mar Ligure; è tragicomico che si dichiarino stupiti proprio loro, principali responsabili della riduzione degli stock di questo pesce dalla vita breve (tre anni), pescato proprio da loro con mezzi super-tecnologici e per stagioni lunghissime”. Lo afferma in una nota l’Enpa di Savona. “E’ la cronaca di una morte annunciata, già verificatasi in Perù negli anni’90 (una generazione di pescatori ridotta sul lastrico) e nel 2005 lungo le coste europee dell’Atlantico, dove la Commissione tecnica dell’UE aveva inutilmente lanciato l’allarme, chiedendo la sospensione della pesca dell’acciuga di Guascogna. Cambiano i governi ma, di destra o sinistra che siano, non cambia l’atteggiamento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, attento più agli interessi delle marinerie che a quelli della fauna marina”. Così rimangono inascoltati, secondo l’Enpa,  gli appelli dei massimi organismi scientifici contro la desertificazione del mare, che rovinerà gli stessi pescatori:
1) Secondo la FAO il pesce catturato nel mondo dalla pesca professionale è salito dai 17 milioni di  tonnellate  del 1950  ai 90 del 1995. E malgrado il naviglio sia decuplicato, il pescato è da allora costantemente diminuito e costituito da esemplari (di ogni specie)  sempre più piccoli; senza contare almeno altre 30 milioni di tonnellate di pesci non comme-stibili (bycatch) che vengono ributtati in mare ormai morti. Ma i pescatori vogliono pescare sempre di più ed hanno trasfor-mato (succube il MIPAF) l’indispensabile Fermo Biologico nell’ennesima occasione di finanziamento per i periodi di pesca magra.
2) Da tempo il WorldWatch Institute e la FAO avvertono che il 75% delle 550 specie ittiche pescate sono in grande riduzione. Ma la scomparsa di specie un tempo abbondanti non ha insegnato nulla: si va a pesca anche per solo divertimen-to o “sport”, o  con il cosiddetto pescaturismo, supersostenuto dal MIPAF.
3) L’UE non riesce a far accettare dagli Stati membri, pressati dalle potenti marinerie locali, limitazioni allo sforzo di pesca nei riguardi di specie considerate da sempre, ora non più,  “comuni”:
– L’anguilla, il cui tasso di migrazione” è ormai ridotto all’1%, a fronte del 40% necessario alla sopravvivenza della specie, per la quale la Commissione UE chiede il divieto di pesca per almeno 15 giorni al mese e la drastica riduzione della pesca delle cieche destinate all’acquacoltura;
– Il tonno rosso mediterraneo, sovrapescato, professionalmente e “sportivamente” al doppio delle sue capacità riproduttive, cui si aggiunge almeno un altro 200%  di catture illegali;
– Lo squalo, ovunque in riduzione per utilizzare soltanto le pinne per i mercati orientali, o per la pesca cosiddetta sportiva;
– Il novellame di sarda (bianchetto), pescato nei mari italiani per ben due mesi all’anno, portati a tre dalle richieste dei pescatori, che riduce fortemente la crescita degli stock di adulti;
– il polpo, in diminuzione sia in Atlantico che nel Mediterraneo, perseguitato con ogni mezzo.
4) I mari sono invasi da migliaia di chilometri di reti  perdute o abbandonate dai pescatori, che continueranno ad uccidere per centinaia di anni, senza che le loro Organizzazioni  ed il MIPAF abbiano mai neppure mostrato l’intenzione di  impostare efficaci campagne di bonifica.


» Felix Lammardo

1 commento a “L’Enpa lancia l’allarme sulla desertificazione dei mari”
alain ha detto..
il 12 Luglio 2007 alle 17:17

d’altronde il nostro mare è sempre messo peggio, di recente ho visto un sito sull’iniziativa di goletta verde e legambiente dove si mostrava quanto poche fossero ormai le zone di mare realmente vivibili nel nostro paese…
http://www.legambiente.com/documenti/2007/0615_golettaVerde2007/index.p

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