Regione. “Dopo l’incontro tra le due giunte regionali di Liguria e Piemonte svoltosi lo scorso 2 luglio a Noli adesso mi auguro che il lavoro possa estendersi ai due consigli regionaliâ€. Lo ha auspicato questa mattina il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, riferendo in consiglio regionale sui contenuti dell’intesa di Noli e incassando immediatamente la disponibilità del presidente del consiglio regionale ligure, Giacomo Ronzitti che si incontrerà domani con il suo omologo del Piemonte. “L’incontro di Noli – ha detto Burlando – non ha trattato solo i temi di una possibile fusione tra le due regioni o di un diverso assetto, fatto su cui solo il Parlamento e una legge costituzionale possono esprimersi, ma soprattutto questioni concrete per la vita dei cittadini che già ora possono essere affrontate sulla base delle norme previste dal nostro ordinamentoâ€. A cominciare dalla sanità e dall’accordo con la società AMOS per ridurre le liste di attesa sul fronte della diagnostica ed evitare le fughe dei liguri in altre regioni. “Mi è sembrato molto interessante – ha detto Burlando – il principio illustrato dall’amministratore delegato di AMOS, Fulvio Moirano, nel corso dell’incontro con i direttori generali secondo il quale solo i radiologi, per fare un esempio, che la mattina abbiano raggiunto determinate prestazioni operative nel pubblico possono nel pomeriggio dedicarsi all’intramoenia, questo per evitare che tutto venga svolto al di fuori delle strutture pubblicheâ€. E tra i temi dell’intesa ha ricordato il presidente della Regione Liguria anche la possibilità di avere un doppio medico di famiglia per chi vive in Liguria e ha la seconda casa in Piemonte o viceversa. L’utilizzo dell’agenzia per le adozioni internazionali della Regione Piemonte a cui ora anche i liguri potranno rivolgersi. E infine la possibilità di promuovere congiuntamente i prodotti enogastronomici liguri e piemontesi in uno spazio comune presso la stazione marittima di Savona. “In un Paese in cui si tende a parcellizzare – ha concluso Burlando – mi sembra che l’idea di un percorso congiunto tra le due regioni che possa riguardare gli esecutivi, ma anche i due consigli regionali, sia di sicuro interesseâ€.
nonostante siano passati tantissimi anni, certe ferite, a genova, sanguinano ancora;
http://www.francobampi.it:80/liguria/sacco/finestra/sec040118_2.htm
Tanto per comincare la Val d’Aosta ci ha dato un due di Picche !! Fondere le regioni solo per economia dei servizi mi sembra veramente un po poco, si fosse almeno spesa una parola sulle transumanze, sulle connessioni storiche , ( Bersaglieri a parte ) , sulla langue d’oc e Alpa azur, insomma anche un qualcosa di più profondo e motivato che non una TAC o Ipogliceridi fatti da personale esterno a quello della Sanità pubblica , fuori orario. Comunque è vero sembra che a qualcuno l’ide di chiedere il parere dei cittadini direttamente sia proprio indigesta, adesso , una volta invece ….. ahi ahi la cura per il mal della poltrona lo passa la Mutua ?
Purtroppo queste scelte vengono sempre prese a tavolino senza mai consultare i cittadini; personalmente penso che l’idea di fondo sia buona ma di certo non approvo i metodi ed alcune sfumature del progetto. Per prima cosa non mi piace il nome: Limonte, e sinceramente non capisco chi possa aver pensato ad una cosa del genere.
Sulla creazione della macroregione non posso che essere d’accordo poichè non si parla assolutamente di fusione delle due regioni (situazione possibile ma costituzionalmente complicata da realizzare) bensì di una stretta collaborazione volta alla costruzione di una forte macroregione europea capace di competere con il nord est e con i mercati internazionali. Infatti i primi passi sono stati quelli di stipulare accordi nei settori della sanità e turismo in modo da potenziare l’offerta ed, allo stesso tempo, razionalizzare la spesa.
Che la Valle d’Aosta abbia rifiutato mi sembra ovvio in quanto lei gode già di ampi privilegi essendo una Regione a Statuto Speciale.
L’obiettivo comune finale per il Nord Ovest deve essere comunque quello di arrivare all’Autonomia e quindi ottenere gli stessi privilegi che hanno Sud Tirolo o la stessa Valle d’Aosta; non solo ma lo stesso Burlando ha ripetuto più volte che punta a trattenere maggiori risorse derivate dal gettito della portualità ligure (oggi la gran parte finiscono a Roma). Solo così si potranno finanziare opere ed infrastrutture di vitale importanza come il Terzo Valico e l’Aurelia Bis.
Oggi sarebbe impensabile ottenere simili vantaggi lottando da soli quindi penso sia utile e vantaggiosa “l’alleanza” con il vicino Piemonte. Gli obiettivi però devono essere chiari: maggiore autonomia e maggiori risorse per il proprio territorio; non vorrei che il tutto sia solo un progetto nato da “esigenze politiche” o di partito….
Carissimi Conregionali Liguri,
qualora l’ipotizzabile fusione delle 2 Regioni venga proposta, è obbligatorio il referendum delle popolazioni stesse. Riporto integralmente l’articolo della Costituzione Italiana:
-Art. 132. Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.
Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra.
Mi associo all’opinione espressa dal signor Danilo Formica, circa una “vantaggiosa” alleanza con il vicino Piemonte, ma ritengo che la Liguria deve rimanere quella attuale con i suoi pregi e i suoi difetti. Questi ultimi potranno essere migliorati, qualora la classe politica manifesti più interesse alla popolazione e non alle esigenze politiche e di partito.
CordialitÃ
Vi posto una interessante lettera di Gilberto Oneto apparsa oggi su Libero:
La sinistra si inventa la regione Limonte A quando la Lazagna?
di GILBERTO ONETO
I presidenti sinistri di Piemonte e Liguria lanciano l’idea di fondere le due regioni in un accattivante Limonte. Dopo le regioni ordinarie e quelle a statuto speciale, si sono inventati la regione geneticamente modificata, una sorta di mandarancio amministrativo. Eppure la strampalatezza nasce da una esigenza vera: le attuali regioni non sono in grado di affrontare alcune competenze e per motivi di efficienza e di economia debbono unire le proprie forze.
Erano state disegnate a tavolino da Cesare Correnti e da Pietro Maestri la metà dell’800 accorpando province sulla base di esigenze statistiche. Si chiamavano infatti “compartimenti topografici” e solo più tardi sono diventate entità amministrative. La vicenda non era del tutto innocente: i due, ferventi unitaristi, le avevano ritagliate ignorando dati storici, culturali e identitari con il preciso obiettivo di creare aggregazioni che non ponessero problemi all’unità precariamente raggiunta.
La cosa ha funzionato: uno dei maggiori ostacoli agli odierni progetti federalisti è proprio data dall’artificialità di gran parte delle regioni. Già in passato si è cercato di rimediare. Nel 1992 la Fondazione Agnelli aveva proposto l’accorpamento in 12 regioni su basi economiche e geografiche ignorando completamente ogni dato storico e identitario. Maggiore coerenza era presente in altri progetti: le repubbliche socialiste e soviettiste di Ruggero Grieco, i cantoni del movimento cattolico del Cisalpino, la Lega del Po del presidente comunista Fanti e le tre repubbliche di Miglio. Si trattava di soluzioni più serie, di accorpamenti organici in grado di confrontarsi con maggiore equilibrio di forze con lo Stato, secondo uno dei principi fondanti del federalismo. Oggi Bresso e Burlando (Burlesso, o Bressando) fanno precedere ogni ragionamento dall’assicurazione di non volere fare la Padania. Saggia scaramanzia: Fanti si è giocato la carriera e Miglio è stato ricoperto di insulti. Così però il loro resta una specie di coitus interruptus della riforma.
Sono anche sfigati perchè fra le due entità che vogliono mettere assieme c’è un antico contenzioso. Per risolverlo dovrebbero “liberare” i comuni liguri delle province di Alessandria e Cuneo, e tenere riti riparatori per la strage del Lamarmora a Genova nel 1849, magari restituendo alla collina di Carignano l’antico nome di Cavignà n. Si dovrebbe poi dare il buon esempio riconoscendo anche a livello istituzionale e amministrativo la diversità di Occitani, Franco-provenzali (Arpitani) e Insubri. Sarebbe un primo passo che, partendo dal Piemonte di Vittorio e Cavour e dalla Liguria di Garibaldi e Mazzini, avrebbe un significato straordinario. Anche per dare un taglio alle
stravaganze senza controllo, come la stralunata Cisalpina inventata da due deputati di Forza Italia o la freudiana Lunezia o la goliardica Benachia.
Altrimenti potrebbe succedere di tutto.
Qualche esempio di possibili aggregazioni: la cerebrale Emicania (Emilia e Lucania), la francescana Umilia (Umbria ed Emilia), l’appetitoso Lazagna (Lazio e Romagna), il
berlusconiano Emiliuzzo (Emilia più Abruzzo), il sintetico Lucazio (Lucania più Lazio), il sincero Simagna (Sicilia e Romagna) o l’invitante Siciuli (Sicilia e Friuli). Il tutto potrebbe condensarsi in un bergamasco Potà lia, nel senso di povera Italia.
Libero 11/07/07
Bello e interessante discorso. A parte il fatto che nella realtà ci sono situazioni già in essere ( comitati e altro ) circa non solo la fusione ma anche il semplice passaggio di qua o di la , vedi il caso di Novi che di Ligure non ha niente , mi sembra che non si parli di fusione delle regioni ma di accordi ed intese, adesso motivate con la riduzione della spesa sanitaria per la Regione Liguria , le liste di attesa sono la carta dorata del cioccolatino. Accordi in questo senso sono anni che si cercano si pensano e alla fine non si fanno. Il famoso MI-TO oppure il GE-MI-TO del triangolo industriale , Genova il porto , Torino la mente e Milano il capitale sono naufragati allora e ancor più oggi dove la globalizzazione ha reso superflui i confini non tanto e solo quelli regionali ma nazionali.A parte il Servizio Centrale di Sanità e Servizi ( Trasporti ) infatti le aree eventualmente interessate sono solo quelle di confine, a Verbania della Liguria non interessa gran che cosi come il Canavese o le Valli di Lanzo, forse per il secondo medico ma il discorso interessa essenzialmente gli anziani che vengono a svernare in Liguria o che per motivi personali devono mantenere la residenza originale. Alla fine chi esce da una visione di territorio globale in modo malandato sarebbe proprio Savona, Imperia ha Nizza, Cuneo , le Alpi Marittime, La Spezia è gia Toscana e Genova un ibrido Piemonte/Lombardia, Savona …. la Val Bormida e forse , ma non credo Acqui. Basta del resto vedere come l’Italia è gia di fatto divisa in settori sopra i confini politci , Distretti Ferroviari, telefonici, postali, commerciali che per convenienza di gestione e mercato spesso e volentieri ignorano appunto le aree geopolitche. Scomodare oggi Cavour e Mazzini mi sembra inutile , non c’è piu l’Italia dei Savoiardi ma quella dei Containers
Beh savona è abbastanza attaccata a genova come comunicazioni, logistica, tipologia economica ecc.. poi ovvio che il retroterra di cuneo, pur essendo pianeggiante, è ben diverso da quello alessandrino, come infrastrutture, possibilità di sviluppo ecc.. quindi alla fine anche Savona deve fare riferimento al basso piemonte inteso come provincia di AL.
Comunque Novi Ligure/Ovada/Acqui e in parte Tortona sono più vicini a Genova che a Torino e non soltanto fisicamente…….
“su cui solo il Parlamento e una legge costituzionale possono esprimersi,” E I CITTADINI? CHE FINE HANNO FATTO I CITTADINI?