Anni fa ho scelto Laigueglia come meta delle mie vacanze per i colori: l’azzurro del
mare e del cielo, il rosso dei tetti dell’antico borgo, e il verde delle sue colline. A
mano a mano che ritornavo i colori si sono vieppiù confusi e fatalmente, mischiandosi,
hanno assunto il colore grigiastro del cemento, con questa lottizzazione selvaggia che
fa legalmente costruire degli “aborti” (architettonicamente e paesaggisticamente
parlando) come i parcheggi costruiti a levante sopra la Chiesa parrocchiale e a ponente
a Punta Taquara. Sia che un turista arrivi da Andora sia che arrivi da Albenga
incontrerà queste orbite vuote (metaforicamente parlando) simbolo della speculazione del
terzo millennio che non lascia costruire palazzi ma consente a privati di lucrare
bellamente con la costruzione di parcheggi che rivendono a peso d’oro. Per l’utente, pur
continuativo, di Laigueglia non c’è scampo. Bisognerà guadagnare la battigia in treno e
dimenticarsi la macchina a casa.
Nemmeno più in treno, e di ieri la notizia(La Stampa), che da Torino per arrivare ad Alassio ci vogliono quattro ore con 14 fermate! Forse dovremo farci piacere la montagna, almeno lì in macchina, ci vogliono circa un’ora