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Articolo n° 13174 del 18 Luglio 2007 delle ore 07:15

Murialdo, Museo di Riofreddo: presentato il video prodotto dalla Rai

[thumb:3742:r]Murialdo. Nell’Alta valbormida, nel Comune di Murialdo, si trova la frazione di Riofreddo. La RAI ha curato la realizzazione di un video storico e promozionale sull’affascinante storia del piccolo museo locale che è stato presentato ieri mattina presso la Sala Giunta di Palazzo Nervi della Provincia di Savona. Il museo gestito dall’associazione Onlus Riofreddo racconta la tradizione del basso Piemonte e quella della Liguria che si fondono in questa raccolta di testimonianze della cultura contadina di un tempo.
L’Associazione Riofreddo nata nel 1997 con lo scopo far conoscere le tradizioni della vita contadina di un tempo è una Onlus – R.R. che vive sull’autofinanziamento diretto o tramite sponsorizzazioni.
Il video realizzato evidenzia un lavoro importante svolto in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Provincia di Savona e il Comune di Murialdo: si tratta di un strumento importante per incontrare la sensibilità di un pubblico vasto e per far conoscere a quanta più gente possibile il Museo, ma soprattutto le tradizioni e la cultura contadina delle nostre terre.
Il Museo del “C’era una volta” a Riofreddo di Murialdo in provincia di Savona è uno spazio espositivo dove la tradizione contadina della Liguria e del Basso Piemonte si fondono per dar vita ad uno spaccato della vita contadina di un tempo. All’interno di quattro sale nell’ex scuola elementare di Riofreddo vi è il frutto di un lungo e minuzioso lavoro durato oltre cinque anni. Una ricerca continua nelle case, nelle stalle, nei luoghi di lavoro, attraverso la quale si sono raccolti circa 2000 oggetti che appartengono ad un periodo che va’ dal 1700 al 1950.
La prima sala racconta la vita quotidiana di un tempo. Un letto in ferro battuto di fine ‘800 con lenzuola di canapa tessuta e cucita interamente a mano con le iniziali ricamate ed accanto una culla in legno ed un corredino completo per neonati. Una valigia molto vissuta che racconta i viaggi da e per l’Argentina. Ecco quindi la cucina con la vecchia madia per impastare il pane e nelle vetrine e sui ripiani della piattaia le stoviglie in terracotta, vetro o rame, i bicchieri fatti a mano e le posate “pesanti” di ottone.
Ma non manca neppure lo spazio del divertimento. Per i bambini ci sono vari giochi: costruzioni in legno, i cerchi da lanciare, oltre a quaderni e cancelleria per la scuola, mentre per gli adulti le carte da gioco, un grammofono dei primi del 900, una fisarmonica del ‘800 con la quale si allietavano le serate nei seccatoi delle castagne e nelle feste popolari.
E poi monete, raccolte di orologi, cartoline, libri dal 1700 in poi, giornali e quotidiani, spille e monili una raccolta di bottoni fino a metà del ‘900 ed una serie di vesti e divise delle varie confraternite, una croce con i simboli della passione ed altri oggetti di carattere religioso
C’è poi la sala dei mestieri dove sono raccolti gli attrezzi legati al lavoro di un tempo.
La lavorazione del ferro caratterizzava questo territorio già dal 1700. Su un registro datato 1747 e scritto interamente a mano sono annotate le varie operazione di carico e scarico di questo materiale compiute dai signori Grimaldi di Genova.
Il falegname, con una grande raccolta di oltre 100 attrezzi realizzati a mano per una persona che era mancina e non poteva utilizzare quelli normalmente in uso.
Scarpe, zoccoli, martelli, filo, chiodi e tutto l’occorrente per il calzolaio.
La stalla, con gli attrezzi in essa raccolti, fornisce un’idea chiara dell’importanza che gli animali, sia da soma, sia bovini, avevano, nei nostri paesi, per la sopravvivenza degli abitanti.
Il Museo è aperto nelle giornate di sabato e domenica dalle ore 14,30 alle 18,00; nelle altre giornate su appuntamento. L’ingresso è gratuito.


» Felix Lammardo

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