Savona. “500.000 cernie, dentici, corvine, orte, gronghi, lecce, murene, saraghi, spigole, polpi, astici ed aragoste, trafitti dai pescatori subacquei, molto spesso in mezzo ai bagnanti; 2.000.000 di cefali, donzelle, rombi, salpe, seppie, mormore, occhiate, labridi e triglie, presi all’amo dai “cannisti”, anch’essi spesso appostati sui moli e sulle spiagge, gremiti di bagnanti; 9.500.000 mitli, datteri, murici, gamberi, tracine, calamari, patelle, pettini, granchi, ricci, lumache, arselle, meduse e stelle marine, fiocinati e catturati tra gli scogli da un esercito di “raccoglitori” (adulti e bambini). Un totale di almeno 12 milioni di animali marini, che vivono lungo gli 80 chilometri di costa della provincia di Savona, saranno sterminati durante questa stagione estiva da migliaia di turisti, soprattutto italiani, armati di canne, fucili subacquei, coltelli, arpioni, salai e fiocine. E ciò si aggiunge ad un’attività di pesca professionale particolarmente pesante e senza alcuna limitazione, condotta con mezzi supertecnologici micidiali che moltiplicano l’efficacia delle reti da pesca, aggravata dalle numerose quote attribuite alla cosiddetta pesca sportiva”. Sono i dati statistici della Sezione savonese dell’Enpa, che invita i frequentatori delle spiagge all’armonia con la natura e con i suoi animali, tutti utilissimi, indipendentemente dalle dimensioni e dalla “simpatia”; “la piccola fauna costiera – che purtroppo non miagola o scodinzola – ha grande importanza, essendo il primo anello della catena biologica che comincia proprio lungo la costa, che costituisce la “nursery” del mondo marino. Per favorire un rapporto meno traumatico e distruttivo con questi animali, i Volontari dell’Enpa savonese distribuiscono lungo le spiagge della provincia (che ha il maggior flusso turistico in Italia) una locandina in quattro lingue (allegata), particolarmente apprezzata da parte dei più sensibili visitatori stranieri, come i numerosi tedeschi. Se la fauna minore costiera non venisse perseguitata e massacrata, comincerebbe a lasciarsi avvicinare, divenendo un autentico ed affascinante spettacolo, come già accade in molti paesi “esotici”, dove è vietato ogni tipo di prelievo ed i turisti pagano valuta pregiata per poter osservare pacificamente la vita subacquea (su barche con fondo di vetro, su mezzi semisommergibili o armati solo di maschera e boccaglio). Come sta cominciando ad accadere attorno all’isola di Bergeggi, grazie alle iniziative delle organizzazioni subacquee e dei Comuni di Spotorno e Bergeggi”.