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Articolo n° 13498 del 26 Luglio 2007 delle ore 08:02

L’Rsu del Santa Corona proclama lo stato di agitazione

[thumb:3327:r]Pietra Ligure. Stato di agitazione all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. E’ stato proclamato dai sindacati e dalla Rsu. Fra il 31 luglio ed il 6 agosto saranno organizzate sei assemblee nei vari dipartimenti dell’ospedale per coinvolgere tutti i dipendenti nella lotta in difesa del nosocomio pietrese. Motivo di fondo della protesta, con sfumature diverse fra Fials e Uil da una parte e Cgil e Cisl dall’altra, la deaziendalizzazione dell’ospedale. “Crediamo che il Santa Corona abbia necessità di un’autonomia decisionale e non di semplice autonomia gestionale” si legge in una nota della Rsu. “L’Rsu del Santa Corona ha indetto un’assemblea con i lavoratori e ha avuto mandato per la proclamazione dello stato di agitazione – ha dichiarato ad IVG.it Mauro Boetto, rappresentante delle Rsu sindacali dell’ospedale pietrese – Abbiamo discusso e ragionato su tutti i documenti prodotti in ambito regionale sul piano sanitario e sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Non si è ancora stabilito dove finirà il reparto materno-infantile, quindi ci sono forti preoccupazioni sul mantenimento del Dea di II livello, nonostante le rassicurazione del direttore generale Flavio Neirotti. Inoltre, sul piano degli investimenti in nuove strutture non abbiamo visto ancora nulla di scritto”. E sulle possibili future iniziative dei lavoratori del Santa Corona: “stiamo valitando assieme a tutti gli operatori cosa fare, da lunedì inizieremo una serie di riunioni dalle 10 alle 12 in tutti i dipartimenti ospedalieri, per incontrare e discutere assieme ai lavoratori le problemartiche inerenti al futuro del nosocomio e non escludiamo vista la situazione che si possa arrivare al blocco degli straordinari, delle prestazioni aggiuntive fino allo sciopero dei lavoratori. E poi – prosegue Boetto – c’è da considerare cosa succederà al personale amministrativo in vista della creazione di un’unica ASL in Provincia, ci sarà senz’altro una razionalizzazione degli uffici e non sappiamo ancora dove saranno collocate queste figure professionali nell’ambito del piano sanitario regionale”.


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