Toirano. Martedì 7 agosto si svolgerà a Toirano la performance artistica e sportiva “La notte del magoâ€, un’esibizione di pittura acrobatica e di scalata che inaugurerà l’ultima opera murale del pittore Mario Nebiolo. L’iniziativa, organizzata dall’assessorato al Turismo del Comune di Toirano con il patrocinio della Provincia di Savona, prenderà il via alle ore 21:00.
L’artista scalatore Mario Nebiolo, che da anni opera su pareti di cava o grandi muraglioni in ambiente urbano, darà gli ultimi ritocchi alla sua opera più recente, un’immensa figura di 30 metri, realizzata a metà del muro di roccia della cava, mentre il famoso arrampicatore-alpinista Manolo scalerà la parete fino alla testa della figura. La roccia su cui l’artista savonese ha impresso il suo tratto è davvero particolare, si tratta infatti di una delle pareti della cava ormai dismessa, che si trova di fronte all’ingresso delle grotte di Toirano.
Nel corso degli anni dalla cava sono state estratte pietra calcarea rossa e grigia e tanta ghiaia. Ora che non è più funzionante, la cava taglia la montagna come una ferita. L’amministrazione Comunale di Toirano ha quindi deciso di avviare un processo di recupero dal punto di vista ambientale, che utilizza in parte l’arte. Ed infatti, oltre ad aver programmato azioni di riempimento, da qualche tempo, sulle pareti più ripide sono comparse alcune enormi figure dipinte sulla roccia, anzi, tirate fuori dalle forme della roccia con linee e colore. Sono l’opera di un artista particolare, Mario Nebiolo, che dipinge arrampicandosi, assicurato con corde e chiodi, utilizzando un solo piccolo normale pennello e grandi bidoni di colore appesi all’imbragatura. Nebiolo tira fuori dalle forme della roccia enormi figure umane, con una sorta di pittura-scultura. L’ultima opera si aggiunge alle dieci già realizzate, tre alla base della parete e sette sulla facciata più grande. Queste ultime rappresentano sette grandi figure di uomini, sette tipi un po’ rozzi, forse contadini, forse vecchi operai della cava. Hanno grosse mani nodose, lineamenti marcati, cappellacci sformati in testa; si rifanno alla cultura contadina, ancora viva in questa valle che sale ripida verso i monti. Le figure, alte fino a 15 metri, sono state ricavate dall’artista, laddove la conformazione e la compattezza della roccia suggerivano una forma, utilizzando colori ad acqua e pennelli e lavorando in parete, da solo, con tecniche da alpinista. Ne è nato uno straordinario museo a cielo aperto con figure a metà tra pittura e scultura che emergono dalle pieghe e dalle fessure della roccia.
L’esibizione di Nebiolo e Manolo sarà preceduta dalla recitazione di un monologo scritto dallo stesso artista e recitato dall’attore Elio Berti, che si terrà nella suggestiva cornice della grande cava abbandonata, nei pressi delle grotte di Toirano. La serata è ad ingresso gratuito; la cava si raggiunge in macchina dal piazzale delle grotte.
Mario Nebiolo, nato a Rivoli nel 1956, vive a Savona e svolge attività artistica da più di trent’anni. Da tempo ha iniziato una forma di espressione pittorica assolutamente innovativa e unica nel suo genere che consiste appunto nell’affrontare versanti di roccia, spesso in situazioni degradate dal punto di vista ambientale, o dove comunque sono già presenti segni di intervento umano (quali tagli di cava e supporti di cemento per contenimento), allo scopo di dipingere figure umane utilizzando tratto e colore per tirare fuori dalla roccia forme già presenti o immaginabili. Vanno ricordate tra le opere più significative il muraglione di via Din Col a Genova, le opere nelle Cave del Bric del Frate e Pian Cornei nel territorio finalese e la Ferrata degli Artisti nel territorio del Comune di Magliolo.
Maurizio “Manolo” Zanolla, guida alpina e maestro d’arrampicata, pratica questo sport da quasi trent’anni. È stato il primo italiano a superare l’8°, il 9°, il 10° e probabilmente l’11° grado ed è il primo arrampicatore dolomitico a portare queste difficoltà anche in montagna superando, già oltre vent’anni fa, alcuni fra i più famosi e temuti itinerari in completa arrampicata libera. È fra i pionieri dell’arrampicata sportiva mediterranea e conta al suo attivo un migliaio di nuovi itinerari. Ha arrampicato spesso slegato e in questo stile è arrivato in falesia fino al 10° grado. In montagna ha aperto anche qualche nuova via slegato. Nel 1990 è entrato a far parte del “No Limit Sector Team” e, nello stesso anno, è stato seguito molto in un programma televisivo di prima serata, dopo avere accettato la proposta di scalare alcuni famosi palazzi, castelli e torri d’Italia. Eletto a mito della sua specialità , ha scalato un po’ in tutto il mondo, dalle Alpi all’Himalaya alla Norvegia, dall’America alla Grecia. Nel 1997 Manolo ha aperto per la prima volta in completa arrampicata libera la via “Turini” e, negli immediati anni successivi, tutti gli altri itinerari allora esistenti, elevando così di molto le difficoltà tecniche originali. Manolo si muove in parete come in una danza, riesce a salire difficoltà limite di falesia anche su grandi pareti: un rito, una passione travolgente che dura da trent’anni, di sicuro un “privilegio regalato” ad un arrampicatore da considerarsi fra i più forti al mondo.