[thumb:97:r]Vado Ligure. Terremoto in giunta a Vado Ligure. Le divergenze all’interno della maggioranza sulle modalità di realizzazione della piattaforma contenitori Maersk sono esplose nelle dimissioni da parte del vicesindaco Attilio Caviglia, Margherita, dell’assessore al commercio Enrico Illarcio, Lista Civica, e dell’assessore alla pubblica istruzione Maria Teresa Abrata, Margherita, oltre che di due consiglieri Pietro Toso e Angelo Callieri. Gli esponenti dell’amministrazione vadese hanno lasciato i loro rispettivi incarichi pur restando all’interno del gruppo di maggioranza. Così spiegano i dimissionari: “Riteniamo necessario rimettere il mandato al fine di stimolare riflessioni profonde che ci portino insieme alla Provincia e alla Regione a prendere decisioni certe e concrete. Dopo sette anni di discussione sentiamo la necessità di dare ai vadesi delle sicurezze e delle certezze su progetti esecutivi e operativi”. Secondo i rappresentanti di maggioranza dissidenti non verrebbero rispettati i parametri previsti dall’accordo del 2002 che prevedeva un’area operativa di 180 mila metri quadrati. “Recepisco le dimissioni motivate dalle preoccupazioni sulla piattaforma, ma sottolineo che si tratta di dissensi maturati all’interno della maggioranza, non contro la maggioranza – osserva il sindaco di Vado, Carlo Giacobbe – In questo momento mi propongo di riflettere bene sulle azioni da intraprendere. Cercherò, in ogni caso, di convincere i colleghi amministratori a ritirare le dimissioni o ad accettare nuove nomine. E’ infatti soltanto con una maggioranza compatta che possiamo ottenere risultati soddisfacenti per il porto vadese, con la realizzazione della piattaforma container e dell’area urbana retrostante nel rispetto dell’ambiente e delle necessità di riqualificazione del litorale. Se i dimissionari confermeranno la volontà di rimanere in giunta, come mi auguro, potremo portare avanti gli obiettivi emersi a dicembre in consiglio comunale”. Caviglia, Illarcio, Abrata, Toso e Callieri contestano le resistenze ad una consultazione di tipo referendario. “Ritengo che il Comune non possa convocare un referendum consultivo – afferma Giacobbe – Su questo tema, nel 2002, si sono già espressi i giuristi: si tratta di un progetto portuale da cui decampano certe competenze dell’amministrazione comunale. Non sono contrario a priori alla consultazione dei cittadini. Ma si tratta di definirne le modalità . L’iniziativa migliore potrebbe essere quella di sottoporre alla popolazione vadese questionari attraverso cui esprimere opinioni e argomentazioni”. “Al di là delle possibili soluzioni – aggiunge il primo cittadino – il consiglio comunale non può essere esautorato delle sue facoltà di scelta. Del resto, le nostre posizioni su piattaforma e waterfront erano già presenti nel nostro programma elettorale. La richiesta che ci rivolgono i cittadini di Vado è quella di governare”.
[image:3962:c:s=1:t=il sindaco di Vado Ligure Carlo Giacobbe]