La conferenza dei sindaci della Provincia di Savona che si è tenuta ieri ha certificato, a mio modo di vedere, la chiara volontà della Giunta Burlando di ridurre l’offerta sanitaria della nostra Provincia. Infatti il piano che è stato presentato ieri dai due direttori generali riconferma tutti i timori che da più parti sono stati sollevati, con particolare riguardo alla realtà dell’ospedale di Cairo e delle potenzialità di Santa Corona. Per quello che riguarda l’ospedale di Cairo si continua a ribadire la volontà di chiudere la chirurgia generale, seppur diluendone l’agonia in un anno e mezzo, da subito si è infatti passati al 31-12-08. Comunque deve essere riconosciuto il fermo atteggiamento degli amministratori valbormidesi, di ogni colore, che anche su questa ipotesi si sono dimostrati scettici e dopo aver già ottenuto che il pronto soccorso non fosse declassato a punto di primo intervento sembrano intenzionati a dare battaglia anche per la conservazione della chirurgia, la cui perdita certificherebbe l’avvio alla chiusura del nosocomio. Purtroppo più morbido è apparso l’atteggiamento degli amministratori del ponente (con l’eccezione del solito Vaccarezza) di fronte al trattamento riservato a Santa Corona.
Infatti ad oggi per quanto riguarda l’ospedale di Pietra di certo c’è solo che subirà la perdita di autonomia gestionale a seguito della deaziendalizzazione e la compressione del polo neonatale per far spazio al punto nascite di Alberga.
A fronte di che non è dato di sapere, se si eccettua l’incremento di posti di riabilitazione.
Eppure molti amministratori, forse male intendendo l’ordine di priorità che deve esistere tra la solidarietà dell’appartenenza politica e i doveri verso i propri amministrati, ritengono che questo piano tutto sommato consenta una valorizzazione del Santa Corona.
Tuttavia nel guardare quanto promesso al Finalese in cambio della perdita di autonomia e quanto contenuto nel piano ritengo che i conti non tornino proprio.
Ricorderemo tutti il collega Miceli, presidente della commissione sanità del Consiglio Regionale, affermare risoluto che il mantenimento del dea di II livello all’interno di un’unica azienda avrebbe dovuto portare al trasferimento del 118 ed in più di una specialità nuova di zecca da Genova.
Invece il 118 non si muoverà da Savona e adesso neppure la specialità da trasferire da Genova è più così certa, infatti ematologia sarà spostata unicamente se verrà trasferita la clinica universitaria (almeno questo recita il piano).
A quanto detto si aggiunga che nel piano sugli investimenti ospedalieri, appena approvato dal Consiglio Regionale, non sono previsti investimenti significativi a Pietra per i prossimi 10 anni, io mi chiedo quindi dove stia il potenziamento promesso.
Anche il Trauma center, almeno stando a quanto esplicitato nel corso della riunione di venerdì, si risolverà in una diversa aggregazione di attività che già vengono tutte svolte a Santa Corona, senza prevedere significativi incrementi di risorse, quindi solo fumo negli occhi.
Come pure irrealistica sembra la possibilità che venga previsto un presidio stabile di elisoccorso a Villanova, dopo che, proprio quest’anno, le ristrettezze di bilancio hanno privato il ponente della presenza del mezzo del 118, almeno fino a quando, grazie anche alla sensibilizzazione portata avanti dal Ns. gruppo in consiglio regionale (ordine del giorno approvato all’unanimità che chiedeva il ripristino del servizio), l’assessore è intervenuto per riattivarne la presenza almeno nei mesi estivi.
In conclusione si può tranquillamente affermare che questo piano traduce in pratica le volontà della giunta Burlando di penalizzare l’offerta sanitaria della nostra provincia, muovendosi anche al di fuori di valutazioni meramente tecniche, specie dove si attivano reparti doppi a 10 km di distanza gli uni dagli altri, perseguendo in queste occasioni finalità di bassa politica che nel medio tempo porteranno tutti gli abitanti della Ns. provincia a confrontarsi con una sanità peggiore ed anche chi oggi ritiene di aver conseguito un successo si accorgerà di non aver fatto un buon affare.
Dispiace che su temi così importanti e delicati si lasci sempre troppo spazio alle logiche di appartenenza politica, confinando il dibattito in una o due riunioni da tenersi nel mese di agosto proprio a ridosso di ferragosto, evitando di avviare un confronto vero e profondo capace di ascoltare tutte le voci e le proposte che possono pervenire da più parti, penso in questo caso ad esempio ad alcune valutazioni espresse dall’Ing. Cuneo che a mio avviso meritavano una maggior considerazione rispetto a quella ricevuta.
Matteo Marcenaro
Consigliere Regionale