Nemmeno una, fra le dichiarazioni riguardo al nostro documento sui “sistemi†del Comune di Albenga nelle ristrutturazioni urbanistiche, risponde ai problemi sollevati o, meno ancora, ne confuta le basi giuridiche, logiche o matematiche. Nemmeno uno, fra i vari partiti o formazioni politiche locali ha assunto una posizione sull’oggetto delle nostre analisi, cioè su un modo di amministrare, prima ancora che su un “sistema†di calcolo di volumi e di insediamenti.
Le diatribe sorte fra partiti e le obiezioni personalistiche sono futili e fuori tema rispetto agli argomenti che abbiamo affrontato, in merito a cui continuiamo a esigere delle risposte dagli Amministratori della Città e dai componenti della Commissione Edilizia Integrata, in forza delle rispettive competenze professionali.
A tale proposito, proviamo a riproporli in forma di domanda: Se, com’è vero, la zona CD Ortofrutticola è regolata dall’art.44 delle Norme di Attuazione del PRG “Zone produttive direzionali CDe, CDn, CDAâ€, perché il Comune la disciplina come se rientrasse nella norma dell’art.38, “Interventi di espansione e di nuovo impianto (Cc, Cr, Cd, erp)â€? Riguardo a ciò, quale metodo viene impiegato per il calcolo degli standard?
I progetti di ristrutturazione assentiti dal Comune presentano volumi sistematicamente gonfiati, col seguente procedimento: si divide per l’altezza il volume totale esistente (abitabile + accessorio) e si ottiene la superficie totale (abitabile + accessoria), che però viene considerata come superficie tutta abitabile; da qui, poi, si calcola il nuovo volume (abitabile), che è pari a quello esistente solo perché non si conteggiano i nuovi volumi accessori. Per il calcolo del nuovo volume, sarebbe forse questo il criterio “analogo a quello impiegato per la misura del volume esistente†a cui fa riferimento il parere del professore richiamato dal Vicesindaco?
Il caso Ortofrutticola è particolare, ma, in generale, non è sempre questo il procedimento di calcolo adottato dal Comune? (si veda anche il progetto della Casa ecologica nell’ex Trincheri).
Se la proposta del Comune è di 37000mc, che ne è dei 18000mc di riduzione rispetto al volume esistente, visto che (citiamo ancora dal parere del professore) è “difficilmente sostenibile qualsiasi ipotesi di riduzione del volume nel passaggio fra la destinazione originaria e la nuova destinazione�
È vero che applicando il parametro di incidenza volumetrica RV = 4, il volume complessivo può essere di oltre 49000mc, ferma restando la superficie abitabile di 12333mq?
In base al rilievo dell’Ufficio Edilizia che limita la destinazione residenziale al 60% della superficie realizzabile, nell’intervento proposto dall’Ortofrutticola il numero degli abitanti insediabili non supera le 371 unità (75 abitanti in più di quanto proposto dal Comune). Con quale procedimento il Vicesindaco è arrivato ai risultati catastrofici dichiarati pubblicamente?
E adesso vediamo se domande precise e puntuali possano ottenere risposte adeguate.
Igi Viveri
Osservatorio pubblico Albenga