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Articolo n° 16124 del 05 Ottobre 2007 delle ore 09:25

Lo “sbattezzo” in diocesi: inchiesta del “Letimbro”

Varazze. Preferiscono non parlare di “sbattezzo”, ma di “bonifica statistica dei dati in possesso della chiesa”. Comunque la si intenda, è in crescita anche a Savona la prassi di chiedere ai parroci (con raccomandata) di annotare sul registro dei battesimi la propria volontà di non appartenere più alla chiesa cattolica, prassi lanciata dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti negli anni ‘90 “per contrastare la pretesa cattolica di rappresentare il 98% degli italiani”, dice un loro rappresentante, Silvano Vergoli. Se ne occupa “Il Letimbro” di ottobre in un’inchiesta.
“La chiesa – aggiunge Vergoli – fa politica ed in politica ciò che più conta è il numero di cittadini, vero o presunto, che si pretende di rappresentare.  Quando, ad esempio, un esponente della gerarchia cattolica parla alla televisione, si suppone lo faccia a nome degli aderenti alla fede cattolica, o perlomeno si suppone che una certa percentuale di costoro siano ‘ubbidienti’ alle direttive impartite. Da qui discende il controllo, vero o presunto, sulla popolazione ovvero il potere politico che ne deriva. Ovviamente la pratica di gonfiare i numeri garantisce maggiore rappresentatività”.
Ribatte il cancelliere della Curia di Savona don Giovanni Margara: “Credo che alla chiesa interessi ben poco sapere quanti siamo. La chiesa non è nata per essere una forza di maggioranza ma per vivere secondo la logica evangelica del pizzico di lievito che fa fermentare una grande quantità di pasta”. Il sacerdote ricorda inoltre le conseguenze della richiesta di “sbattezzo”: “Il parroco, rispondendo all’interessato di aver provveduto ad effettuare l’annotazione desiderata (quella di non far più parte della chiesa cattolica), lo informa che da quel momento sarà escluso da eventuali incarichi di padrino o madrina, necessiterà di una licenza dell’ordinario per poter contrarre nozze cattoliche, sarà privato delle esequie ecclesiastiche, sarà escluso dai sacramenti e dai sacramentali ed è incorso nella scomunica latae sententiae, cioè in una scomunica automatica”.


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