[thumb:4488:r]Alassio. Continua a tenere banco ad Alassio il caso dei dehors sequestrati. Mentre i titolari degli esercizi colpiti dal provvedimento della Procura si stanno organizzando per la tutela legale e le pratiche del ricorso, questa mattina la polizia municipale ha eseguito un provvedimento di dissequestro emesso sostituto procuratore Alessandro Bogliolo, titolare dell’inchiesta. A beneficiarne è stato il Bar Lume, noto locale sulla passeggiata a ponente. Soddisfazione per i gestori, difesi dall’avvocato Giovanni Maglione. Nel provvedimento di dissequestro si legge: “A seguito dell’acquisizione, successivamente all’esecuzione del provvedimento del gip di sequestro, di documentazione afferente il rilascio in favore del Bar Lume di provvedimento di condono edilizio, è emersa la regolarità dei titoli abilitativi al mantenimento delle opere in un primo tempo ritenute illegittime e, in particolare, che la documentazione ritenuta ‘essenziale’ per il conseguimento del titolo edilizio in sanatoria è stata presentata nei termini di legge”.
“Nel prendere atto del provvedimento restitutorio – commenta l’avvocato Maglione – non posso che esprimere la piena soddisfazione per l’esito delle indagini svolte a carico dei miei assistiti e per la celerità ed estrema correttezza nell’operato della polizia municipale di Alassio, della polizia provinciale e soprattutto del sostituto procuratore, dottor Bogliolo”.
Le altre attività commerciali a cui la Procura di Savona ha sequestrato i dehors (per la presunta illegittimità delle concessioni su area demaniale rilasciate sulla base del condono edilizio del 1985) sono: Ristorante da Tonino, Tre Mori, La Balnearia, El Galeon, Ristorante Sol Ponente, Bar Jockey, Albergo Italia, Hotel Milano, Bar La Marinetta, Pizzeria U Recantu, Ristorante Al Pierrot, Il Veliero Amabile e Sail Inn. La decisione di avviare i sequestri è nata dall’impossibilità di regolarizzare le zone di proprietà demaniale o sottoposte a vincolo.
“Tutti questi dehors hanno le concessioni edilizie rilasciate in sanatoria da condono o in fase di rilascio perché è intervenuta la normativa su danno ambientale e solo da poco gli uffici comunali hanno determinato le condizioni del danno ambientale – ha affermato il sindaco di Alassio, Marco Melgrati – Altro presupposto palesemente errato su cui si basa il provvedimento di sequestro è la mancanza di autorizzazione demaniale. Tutti questi manufatti sono in possesso di autorizzazione demaniale rilasciate in allora non dal Comune di Alassio che non era competente, ma dalla Capitaneria di Porto che ne aveva la piena titolarità “. Il primo cittadino, che ha sottolineato la gravità del danno economico e turistico dei sigilli posti alle strutture alassine, ha chiesto di essere ascoltato dal procuratore capo Vincenzo Scolastico. E lunedì Melgrati sarà infatti in Procura per illustrare le ragioni degli esercenti colpiti dal provvedimento. Questi ultimi hanno, fra l’altro, già chiesto che venga data la temporanea disponibilità d’uso delle strutture sequestrate.
“Essere privati dei dehors per molti esercizi significa non poter lavorare – osserva Pino Maiellano, presidente Confesercenti e consigliere delegato al commercio – La clientela alassina ha spesso piacere di stare all’aperto e di vedere il mare più che chiudersi fra quattro mura. Non siamo in alta stagione, è vero, ma molte attività lavorano anche in questi mesi. Senza contare che mancano due mesi a Natale”.
Tra le speranze del sindaco, che presenterà una dettagliata memoria in Procura, quella di riuscire a far riaprire i dehors per il ponte dei Santi, periodo importante per il turismo ed il commercio della città del muretto.