Regione. Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra una folta delegazione di rappresentanti delle associazioni venatorie, i capigruppo consiliari e l’assessore regionale all’agricoltura, Giancarlo Cassini, svoltasi a margine del Consiglio regionale di questa mattina, mentre fuori dall’aula i cacciatori manifestavano il loro disappunto.
I cacciatori, che hanno nominato quale loro portavoce Matteo Anfossi in qualità di coordinatore della associazioni venatorie ligure, ha chiesto con forza un provvedimento che consenta la caccia allo storno su tutto il territorio ligure. “La caccia allo storno è consentita in tutti i Paesi del bacino mediterraneo – ha detto Anfossi – E in alcune zone lo storno viene addirittura considerato nocivo”.
Ma maggioranza e minoranza non sono riuscite a trovare un’intesa per dare una risposta comune e le loro posizioni restano divergenti, tant’è che nella competente commissione arriveranno due proposte di legge distinte: una presentata nei giorni scorsi da Moreno Veschi (l’Ulivo) che si fonda sul principio della deroga richiesta in base ai danni provocati dai volatili, che devono essere segnalati dalle Province, ed una del centrodestra. L’opposizione riproporrà , seppure con qualche modifica quella già presentata e successivamente ritirata, da Francesco Buzzone (Lega Nord) e Franco Orsi (Forza Italia) che si basa sul principio della deroga del prelievo in “piccole quantità †(la percentuali di capi cacciabili è deciso sulla base della la popolazione di storni stimata in quella stagione migratoria), che allarga la possibilità di caccia a tutto il territorio ligure e non soltanto alla Province che segnalano danni. Per entrambe sarà chiesto il procedimento d’urgenza, che accorcia i tempi, visto che la stagione migratoria dura soltanto qualche mese.
Veschi, respingendo la proposta di Nicola Abbundo (Udc) di unificare le due proposte di legge ha ribadito la volontà di portare in commissione la sua legge che, grazie alla documentazione presentata dalla Provincia della Spezia, consente in diversi comuni di quel territorio di cacciare senza incorrere in sanzioni comunitarie che, a suo parere sarebbero assai pesanti se si estendesse indiscriminatamente la deroga al divieto di caccia. Una posizione non condivisa da Abbundo, Orsi e Bruzzone: “Serve un provvedimento che consenta la caccia in tutta la Regione: non possiamo pensare soltanto ad un territorio”, hanno ribattuto. Bruzzone ha precisato: “Lo storno deve essere cacciabile almeno nei comuni dove si pratica l’olivicoltura”.
Orsi ha segnalato il fatto che la proposta di Veschi di fatto non consente di cacciare, visto che limita l’attività venatoria allo storno al momento in cui gli ulivi hanno frutto “pendenteâ€. “In gran parte del territorio ligure c’è già stato il raccolto e, quindi, la legge non consente più nulla”, ha detto Orsi preannunciando il suo voto negativo anche alla procedura d’urgenza per la proposta del centrosinistra.
L’assessore Cassini dal canto suo ha rimarcato che la Regione si è impegnata, ma che tutto è reso più difficile dal fatto che l’I.N.F.S, (Istituto nazionale di fauna selvatica), di fatto non approva né il principio dei danni né quello delle piccole quantità , seppur previsti dall’Unione europea. L’assessore ha però rimarcato che sono state avviate le procedure per far riconoscere lo storno specie cacciabile anche in Italia. “Faremo il possibile – ha detto – per risolvere la questione”.
Contraria ad entrambe le proposte di legge Cristina Morelli (Verdi).
All’incontro erano inoltre presenti: Franco Rocca (Per la Liguria-Sandro Biasotti), Franco Bonello (Unione a sinistra), Ezio Chiesa (L’Ulivo), Gianni Plinio (Alleanza nazionale), Fabio Broglia (Italia di Mezzo), Roberta Gasco (Udeur), Gabriele Saldo e Luigi Morgillo (Forza Italia).