Savona. Dopo il successo dell’Orfeo di Monteverdi, andato in scena sabato 3 in prima nazionale, la stagione del Teatro dell’Opera Giocosa si chiude con le recite dell’â€Orfeo ed Euridice†di Gluck, venerdì 9 (ore 20,30) e domenica 11 (ore 15,30) novembre, con anteprima per i giovani giovedì 8 alle 10,15. Una stagione autunnale, dunque, all’insegna della grande riscoperta, con la prima in epoca moderna del “Tutti in maschera†di Carlo Pedrotti, andata in scena ad ottobre, e con un approfondimento sulla figura e sul mito, in musica, di Orfeo, a partire dalla prima opera realizzata 400 anni fa, quella di Monteverdi, per concludere con l’Orfeo di Gluck, del 1762, pietra miliare del teatro musicale, punto di svolta storico nella concezione del genere operistico.
L’opera gluckiana, definita dall’autore “Azione teatrale per musicaâ€, sarà data nella versione originale, quella andata in scena alla corte di Vienna il 5 ottobre 1762. In questa attenzione filologica e musicologica dell’Opera Giocosa per “gli†Orfei, riveste un ruolo molto importante il direttore d’orchestra, Alessandro De Marchi, specialista che ha già diretto l’opera monteverdiana con grande successo. Pochi i personaggi principali in Gluck, per rispondere ad esigenze di semplificazione delle trame d’opera, e tra questi ci sarà Linda Campanella, bravissimo soprano savonese che torna a cantare al Teatro Chiabrera dopo più di 5 anni. L’ultima sua apparizione fu in “Cenerentola†di Rossini, nel gennaio del 2002. Il Chiabrera fu poi definitivamente chiuso fino allo scorso anno. Linda aveva esordito proprio con l’Opera Giocosa nel 1996, nel ruolo di Zerlina del “Don Giovanniâ€. Da allora, perfezionatasi, tra gli altri, con la savonese Renata Scotto, ha iniziato una carriera professionistica che l’ha portata a cantare in alcuni dei principali teatri ed Enti lirici e per prestigiose Istituzioni musicali italiane e all’estero in teatri europei ed extra europei, dove ha interpretato i principali ruoli del suo repertorio che corrisponde a quello del soprano lirico-leggero di coloritura. Ma la sua grande tecnica e duttilità le permettono di cimentarsi davvero in ogni tipo di repertorio. Linda sarà Euridice, mentre Orfeo sarà interpretato da Annarita Gemmabella, bravissimo mezzosoprano già applaudita a Savona in “Tutti in mascheraâ€, nome già grande della lirica (il suo debutto alla Scala con Muti è avvenuto nel 2003). Non ci si deve stupire che sia una donna ad interpretare il ruolo maschile di Orfeo, data l’usanza del tempo di avvalersi di castrati: alla prima viennese l’interprete fu il virtuoso Gaetano Guadagni. Accanto alla Campanella ed alla Gemmabella, il soprano Barbara Bargnesi (sarà Amore) genovese, grande promessa, vincitrice del prestigioso concorso lirico “Toti dal Monteâ€. In buca, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, Istituzione Concertistico Orchestrale in continua crescita qualitativa e con cui l’Opera Giocosa ha all’attivo una collaborazione importante. Regia, scene e costumi sono di Elisabetta Courir, disegno luci di Alessandro Santarelli. Ancora Savona protagonista con il Coro Lirico e Voci Bianche “P.Mascagniâ€, diretto da Franco Giacosa.
Ancora una volta, dopo i molti componimenti seicenteschi ad esso dedicato, fu la figura di Orfeo, evidentemente un mito sempre ben presente a regnanti, committenti e cortigiani, ad essere scelta da Gluck, dal conte Giacomo Durazzo (“direttore generale degli spettacoli†al servizio della corte imperiale) e da Ranieri de’ Calzabigi, per la realizzazione dell’ “azione teatrale†che aveva come motivo di circostanza la celebrazione del giorno onomastico dell’imperatore. Ne scaturì la pagina musicale più nota di Gluck e quello che viene indicato come il primo, riuscito, modello (dopo il tentativo rappresentato dalla musica del balletto “Don Juanâ€, del 1761) della cosiddetta “riforma gluckiana†del teatro musicale. Molto del merito pare sia imputabile al Calzabigi, che curò il libretto. Eclettico e stravagante artista dell’Accademia dell’Arcadia, egli racconta che lesse il testo a Gluck “sottolineando le sfumature della declamazione, le sospensioni, la lentezza, la rapidità , i suoni della voce, ora pesante, ora flessibile, di cui desideravo facesse uso nella sua composizione. Lo pregai contempora-neamente di bandire i passaggi, le cadenze, i ritornelli, e tutto ciò che di gotico, di barbaro, di stravagante è stato inserito nella nostra musicaâ€. Il teatro musicale con Orfeo ed Euridice trova una nuova estetica, una tessitura musicale ed un concertato mai così intimamente legati alla parola. Funzionalmente alla ricerca di una maggiore chiarezza e purezza espressiva si semplifica la trama, l’attenzione si concentra maggiormente (in nuovi, illuministici, concetti di ragione e sentimento) sull’atmosfera dei singoli episodi, ora idillica, ora cupa, ora fantastica. Gluck e Calzabigi hanno creato un nuovo archetipo drammaturgico, una nuova simbologia di linguaggio lirico.