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Articolo n° 17709 del 16 Novembre 2007 delle ore 09:13

Piano sanitario: l’ospedale di Cairo al centro di frizioni politiche

[thumb:2299:r]Cairo Montenotte. Con la ripresa oggi dell’iter di approvazione del nuovo piano sanitario e ospedaliero regionale, si riaffacciano le polemiche e le frizioni sulle questioni ancora in parte irrisolte, a partire dal caso dell’ospedale di Cairo Montenotte. Nonostante l’assessore alla salute Claudio Montaldo non si sia mai mostrato particolarmente propenso a raccogliere la richiesta, il consigliere regionale dei Verdi Carlo Vasconi, secondo quanto si legge in una sua nota divulgata ieri, è intenzionato a fare pressioni “sia in Commissione con un emendamento apposito che in Consiglio legando l’approvazione dell’emendamento al mio voto favorevole al piano di riordino sanitario” perché infine sia conservato un presidio di chirurgia all’Ospedale di Cairo.
“Sono pienamente consapevole che sia necessario diminuire la spesa sanitaria per rientrare nei parametri di spesa previsti – spiega Vasconi – ma ritengo sia necessario valutare i distretti anche nella loro complessità geografica e difatti sacrificare il presidio di chirurgia significherebbe obbligare i cittadini a spostarsi su Savona o più probabilmente sugli ospedali del basso Piemonte contribuendo così ad un aumento dei costi per la sanità ligure”. “È da alcuni mesi che ho proposto all’assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo il mantenimento di un presidio di chirurgia (4-6 posti letto) all’Ospedale di Cairo Montenotte – prosegue il consigliere regionale dei Verdi -, cosa che è fortemente richiesta dai Sindaci della Valle Bormida. È importante ricordare di come l’ospedale di Cairo sia collocato all’interno del territorio della comunità montana Alta Valle Bormida e quindi serva una serie di Comuni di montagna e sia quindi di riferimento in una zona difficile soprattutto d’inverno per le condizioni delle strade. Le politiche per impedire l’abbandono della montagna ligure – conclude Carlo Vasconi – devono essere fatte non tagliando i servizi (vedi poste, sportelli bancari e appunto sanità) ma semmai incrementandoli”.
Oltre alla generale e talvolta veemente opposizione delle forze politiche di minoranza in Regione e a un diffuso malcontento bipartisan più volte manifestato a livello locale nei passati mesi da quanti vedono eccessivamente penalizzate le strutture savonesi, la delicata e controversa questione della razionalizzazione e riorganizzazione della rete ospedaliera continua a creare tensioni anche all’interno degli stessi partiti di maggioranza. È questo il caso di Rifondazione Comunista la cui federazione provinciale di Savona ha nuovamente espresso un netto dissenso sulle prese di posizione dei vertici regionali, in particolare nei confronti di Vincenzo (“Marco”) Nesci, capogruppo del PRC in regione: “Esprimiamo forte perplessità su quanto riportato dal consigliere Nesci che manifesta la propria soddisfazione per il nuovo assetto e sottolinea il fatto che la qualità del servizio sarà migliorata. Crediamo che in Liguria e soprattutto nel savonese questa sia una dichiarazione se non fuori luogo, quantomeno imprecisa”, hanno dichiarato mercoledì in una nota congiunta il responsabile sanità del PRC-Savona Sergio Lugaro e il segretario provinciale Marco Ravera ribadendo le critiche espresse anche nel luglio scorso quando la giunta regionale deliberò le linee di indirizzo per la riorganizzazione dell’assetto ospedaliero ligure. In particolare per quanto riguarda l’ospedale di Cairo, sostengono Lugaro e Ravera, “con il taglio di chirurgia rischia di concretizzarsi un’opera di smantellamento dei servizi lenta ma inesorabile, una scelta che consideriamo scellerata vista l’importanza che un presidio ospedaliero riveste in una zona come quella della Val Bormida”.


» Fabrizio Pinna

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