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Articolo n° 17790 del 19 Novembre 2007 delle ore 10:23

Lettera aperta ad una banca

Cara banca ti scrivo… per avere un aiuto. Vorrei ricavare qualcosa da ho un po’ di terra che non sono piu’ in grado di tenere al meglio.
Ieri sono stato a visitare la casa di un giudice in pensione, una brava persona che mi ha mostrato con orgoglio un pergolato che ha appena finito di installare nel giardino di casa sua.
Questo pergolato sostiene una serie di pannelli fotovoltaici che, con la resa derivante dal conto energia, consente di avere dall’investimento fatto un rendimento del sette per cento, mentre lui continua ad utilizzare (meglio di prima) il terreno sottostante.
Sto aspettando una proposta per installare nel mio terreno una pergola simile a quella appena vista, in grado di sostenere un impianto inferiore ai 20 kw e totalmente autonomo, con vendita totale dell’energia prodotta.
Se tutto andra’ bene ne affianchera’ uno simile mia moglie e poi uno ciascuno lo attiveranno i miei figli, cosi’ ognuno avra’ una sua piccola rendita da questo terreno oggi semi abbandonato (rappresenta ormai solo un costo…. non si riesce nemmeno a venderlo con facilita’… la terra e’ bassa e la schiena e’ rigida).
Dopo aver esaminato il terreno abbiamo visto che senza problemi vi si possono installare i pannelli per questi complessivi 120 kw (ce ne starebbero molti di piu’ ma se superiamo i 20 kw nascono poi problemi di partita Iva, tasse e complicazioni… da evitare… almeno inizialmente) che dovrebbero generare piu’ di 120.000 kw annui di corrente da vendere a 0,95 euro a kw al gestore della rete.
Sono circa 1000 euro al mese…
Il conto economico che mi aspetto dovra’ consentire di realizzare questa struttura senza spendere ne rischiare nulla, e qui pare non vi siano problemi, anzi prima dei venti anni del “conto energia” il debito contratto sara’ completamente estinto con un buon incremento della resa annua nel periodo finale.
Cara banca… io non ho soldi da investire e… vale anche per i figli, ma questo chi mi fa’ il preventivo lo sa’ gia’ e ne terra’ conto,; vorrei pero’ che si tenesse conto anche del “rischio d’impresa” che noi non possiamo certo assumerci, un problema legato ad eventi straordinari (dal furto al fulmine ad un qualsiasi evento che distrugga l’impianto, ne blocchi o riduca la resa), sono rischi che andrebbero coperti da una forma di assicurazione a garanzia di un corretto funzionamento di tutto, mi puoi aiutare con una clausola da inserire nel contratto di finanziamento?
Io vorrei che se succede qualsiasi cosa l’intervento di ripristino sia il piu’ veloce possibile, che il conto relativo sia a carico di questa garanzia che provvedera’ anche a ripianare i mancati introiti sulla base delle rese degli anni precedenti, questa clausola dovrebbe assicurare il pagamento del prestito e quei 1000 euro circa al mese… dovrebbe poter vivere anche oltre il saldo del prestito contratto, almeno fino alla fine del “conto energia”, una piccola quota percentuale della resa destinata a garantire un rischio probabilmente molto basso.
Oltre a favorire una diminuzione dell’inquinamento rendendo di fatto possibile l’operazione da questo Tuo aiuto si potrebbe anche favorire una diminuzione del “rischio di insolvenze” che tanto preoccupa un po’ tutti nel mondo.

lui la plume


» Redazione

4 commenti a “Lettera aperta ad una banca”
lui la plume ha detto..
il 22 Novembre 2007 alle 09:54


E cosi’ ognuno riesce a restituire in modo ecologico l’energia che consuma .. altrove.

Inoltre sotto quella pergola almeno una volta all’anno ci si puo’ ritrovare.

Giampaolo Molinari ha detto..
il 22 Novembre 2007 alle 10:20

Gran bella iniziativa, un piccolo grande passo per un mondo migliore, o magari sono un po’ “meno peggiore”, il mio sincero “In bocca al lupo” per la buona riuscita della sua idea, ma ….

… ma teniamo conto del fattore “B” , per come sono diciamo “strutturate” le banche oggi, per concederle un finanziamento a medio termine le chiederanno sorridendo, tra le righe, qualche piccola garanzia personale (ovviamente non revocabile), ma solo a titolo precauzionale, scritta in piccolo, senza spessore, nulla di preoccupante, tipo una piccola ipoteca sui terreni, meglio magari su qualche immobile (sono piu’ redditivi in caso di pignoramento).

Le auguro di riuscire a sfuggire ai cappi del mondo creditizio Italiano, dove l’iniziativa ed il progetto di impresa non vengono minimamente considerati, dove è molto meglio finanziare a tasso scontato speculazioni a larga portata dal sicuro sostanzioso rientro.

Ancora il mio sincero “in bocca al lupo”

Giampaolo Molinari ha detto..
il 22 Novembre 2007 alle 10:34

… dimenticavo la piccola assicurazione, ovvaiamente a sue spese ed altrettanto ovviamente a totale beneficio della banca…

lui la plume ha detto..
il 22 Novembre 2007 alle 12:20


Caro Giampaolo

bisogna essere ottimisti … di certo il rischio e’ basso, tanto che mi viene detto che una Banca italiana gia’ assicura il debito e si appropria direttamente della resa legata al “conto energia”, il guaio e’ giustamente legato ad una qualche esclusione scritta in piccolo, ho contattato comunque anche una banca svizzera che fa’ le stesse cose, aspetto risposta per un confronto.

Visto che si avvicinano le feste scrivo una:

Letterina di Natale ….

Vorrei …… che anche la Provincia si inserisse nel problema,
in fin dei conti molti rischi si possono considerare “calamità” e con un piccolo, molto piccolo intervento potrebbe favorire efficacemente la riduzione dell’inquinamento in modo ben piu’ efficace rispetto all’intervento diretto sugli edifici pubblici.

Vorrei questo intervento di garanzia ……
che rendendo di fatto possibile l’operazione favorirebbe una forte diminuzione dell’inquinamento
e permetterebbe inoltre una diminuzione del “rischio di insolvenze”
che “troppo” preoccupa un po’ tutti nel mondo.

Noi “famiglia” possiamo contribuire (con vantaggio) ad eliminare 100 tonnellate di inquinanti …
una goccia ma in quanti possono fare la stessa cosa? con tante gocce cosa si puo’ fare?

La parte soleggiata della nostra zona quanta energia puo’ produrre?

Quanto reddito si puo’ fare arrivare “distribuito” alle famiglie che la abitano?

La soluzione personale (anche ingegnosa) e’ nulla se non riesce con l’esempio ad alimentare nella gente la voglia di operare in una direzione valida, si devono muovere in tanti per produrre un vero risultato: un vantaggio collettivo.

Gli strumenti legislativi esistono e sono indirizzati (e quindi favoriscono) proprio i piccoli interventi che ricevono un rimborso piu’ alto e detassato rispetto ad interventi di tipo “industriale” che oltre ad ottenere un rimborso minore sono tenuti a “dichiarare” quanto ricevuto.

Questa ossessione (l’inquinamento) che ci opprime possiamo eliminarla solo agendo in tanti, qualcuno ci da’ le indicazioni (in questo caso il “conto energia”) e cosi’ tutti assieme possiamo farcela.

Ma la gente lo sa?

I 20 kw in un terreno piccolo non renderanno quella grande cifra
(in Liguria in una buona posizione daranno comunque origine a 2500 kwh che sono poi circa 250 euro ogni anno per sempre)

ma magari qualcuno i soldi li ha gia’ in banca e rendono poco … se la banca ti presta i soldi in cambio della resa del conto energia vuol dire che ne trae vantaggio ….. e se l’intervento te lo paghi da solo il “vantaggio” della banca e’ tutto tuo,
anche l’assicurazione ci guadagna se accetta di assicurare un rischio, ma se te lo puoi permettere questo rischio lo puoi assumere in prima persona e guadagni Tu al posto della assicuratrice.

Se la gente lo comprende la portata di un intervento puo’ aumentare molto.

Ma chi glielo dice?

Grazie di aver letto queste righe, e grazie ancora se ne diffonderai il contenuto.

PS occhio …. non consigliare mai a nessuno di rischiare qualcosa che non puo’ permettersi di perdere.

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