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Articolo n° 17834 del 20 Novembre 2007 delle ore 08:03

Alternative all’aborto oggi in discussione in consiglio regionale

Regione. All’ordine del giorno della seduta odierna del consiglio regionale è iscritta la proposta di legge di Alleanza Nazionale “Norme in materia di iniziative mirate all’informazione sulle possibili alternative all’aborto” che prevede maggiori informazioni alle coppie e sostegni ai possibili genitori in difficoltà. E’ previsto l’intervento dell’assessore alla salute Claudio Montaldo sullo stato di attuazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza in Liguria.
Al termine della discussione l’assemblea potrà decidere se mettere in votazione il provvedimento o se rinviarlo a nuovo esame della commissione, magari per integrarlo con altre proposte che giungessero all’esame della stessa.
A questo proposito Alessio Saso, primo firmatario della proposta di legge, sottolinea: “Il nostro obiettivo è fornire alla donna in difficoltà le informazioni sulle possibili alternative all’aborto: con un sostegno adeguato si eviterebbero molte interruzioni di gravidanza. I Consultori non sempre adempiono puntualmente a quanto previsto dalla legge 194/78, nella parte che prevede anche lo svolgimento di una funzione di assistenza alla donna in stato di gravidanza, contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurla all’interruzione della stessa, finendo per diventare quasi delle vere e proprie ‘agenzie dell’aborto'”.
Secondo la proposta di legge “Norme in materia di iniziative mirate all’informazione sulle possibili alternative all’aborto” in ogni consultorio e nei reparti di ginecologia e ostetricia, a finalità informativa deve essere esposto ben in vista il materiale informativo dei movimenti e delle associazioni legalmente riconosciute aventi come obiettivo l’aiuto alle donne in difficoltà orientate all’interruzione della gravidanza, sui rischi sia fisici che psichici a cui si espone la donna con l’interruzione di gravidanza e le possibili alternative all’aborto. Ai movimenti e alle associazioni verrebbe concesso di espletare la loro opera di divulgazione e informazione nei consultori familiari, nei reparti di ginecologia e ostetricia, nelle sale d’aspetto e altri degli ospedali. Previste sanzioni per chi dovesse negare o intralciare l’operato di divulgazione, fino a revocare la pratica degli interventi di aborto volontario nelle strutture inadempienti.


» Felix Lammardo

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