Savona. “E’ rientrato l’effetto-Cotta?â€. Non poteva mancare questa domanda nell’incontro del clero dedicato in particolare alla Caritas diocesana. Il direttore don Adolfo Macchioli non si è scomposto: “Sì, è rientrato nel senso che ora il clima è molto migliorato, la credibilità della Caritas è stata recuperata e si può parlare di parentesi chiusaâ€. Don Macchioli ha inoltre informato che, dopo la sentenza che ha riconosciuto la colpevolezza dei tre protagonisti della vicenda d’appropriazione indebita, la Caritas si è attivata per cercare di farsi restituire quanto è stato sottratto. Per ora soltanto l’imprenditore Luca Reggio ha provveduto a risarcire i danni.
Altre domande “pungenti†hanno animato il dibattito del clero, ad esempio sul problema della casa. “Perché non si utilizzano per l’emergenza abitativa gli spazi vuoti negli istituti religiosi?â€, è stato chiesto. “Non è così semplice metterci dentro degli inquilini – ha risposto il direttore della Caritas – perché non si tratta di soluzioni facili. In compenso non sarebbe male fare un censimento degli appartamenti di proprietà delle parrocchie per valutare come si può dare una risposta alla richiesta abitativaâ€. Un sacerdote intervenuto ha dato qualche consiglio pratico: “Valorizziamo bene i terreni che possediamo, perché in alcuni casi, d’intesa con le amministrazioni comunali, si possono destinare all’edilizia convenzionata. E, poi, se una parrocchia possiede cinque appartamenti, sarebbe bene che ne affittasse almeno due con canone alto, in modo da poter permettersi di affittare gli altri a famiglie povereâ€.
Interpellato poi sull’esigenza di un ruolo “profetico†della Caritas su temi come quello della carenza di alloggi, don Adolfo Macchioli ha anticipato che una delle prossime campagne di sensibilizzazione riguarderà proprio il problema della casa e ha lanciato una provocazione: “Perché gli oneri di urbanizzazione di grandi investimenti immobiliari non vengono reinvestiti per dare alcuni alloggi a canone moderato negli stessi edifici di lusso costruiti? Il problema è che ci vorrebbe una concertazione fra i vari soggetti istituzionali e i poteri fortiâ€. Non era difficile scorgervi un’allusione ad operazioni come quella della torre Bofill.
Il direttore della Caritas ha inoltre dato alcuni suggerimenti ai parroci, sovente alle prese con persone che passano e chiedono soldi: “Non fate i bancomat dei poveri, dando subito: meglio prendersi un giorno di riflessione e consultare il Centro ascolto diocesano, che è garanzia di professionalità e permette di verificare la tipologia di domanda. In questo modo eviteremmo, come preti, di fare anche gli assistenti sociali e forniremmo una risposta più concertata e approfondita alla richiesta della persona. L’urgenza, in questi casi, non è mai una buona consiglieraâ€.
Dulcis in fundo, l’annuncio di don Adolfo: “Dopo l’inaugurazione della Locanda, d’imminente apertura, faremo uno stop nell’allargamento dei serviziâ€. Il perché? “Quelli che conduciamo sono una risposta ai bisogni del territorio savoneseâ€. E, si potrebbe aggiungere, già la loro gestione è un impegno non da poco.