[thumb:4609:r:t=Franco Battiato]Alassio. Franco Battiato incontra il pubblico ad Alassio per presentare il suo terzo film, “Niente è come sembraâ€. Questa sera, sabato 1 dicembre, dalle ore 21,15, sarà presso il Cinema Ritz, dove verrà intervistato da Nicola Davide Angerame. Subito dopo verrà proiettato il film, presentato a ottobre alla Festa del Cinema di Roma, con successo di pubblico e di critica. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.“A due anni di distanza – spiega Monica Zioni, assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio – Franco Battiato torna ad Alassio, per presentare il film che chiude la sua trilogia, formata insieme a ‘Perduto Amor’ e ‘Musikanten’. Quest’ultimo film aveva già riscosso un grande successo ad Alassio. Battiato è un artista fuori dal comune, il cui successo si basa su una ricerca rigorosa nelle profondità dell’animo umano che trovano espressione in canzoni che coinvolgono tutti noi. I film sono un nuovo elemento d’interesse per conoscere la ricerca di questo inquieto indagatore dello spiritoâ€.
“Franco Battiato è un artista totale – dichiara Nicola Davide Angerame, filosofo e critico, curatore dell’evento – e rappresenta oggi una delle voci più poetiche e sensibili di una cultura spiritualista che affonda le proprie radici nel sufismo e nella cultura mediorientale antica. Il percorso creativo e umano di quest’artista che ha attraversato i generi musicali, con la sua sperimentazione atipica, si riflette oggi nel suo cinema, scritto e diretto fuori dalle regole dei generi e del mercato. Per questo è tanto più interessante ascoltare la voce di un ‘dilettante colto’, come si potrebbe definire il Battiato che vive dietro la macchina da presaâ€.
Il terzo film di Franco Battiato prosegue il percorso di sintassi e linguaggio iniziato con il secondo film, “Musikaten”. E’ un linguaggio “à rebours†che si vuole distaccare in tutto e per tutto dal modo di fare cinema di oggi, anche e soprattutto nei contenuti: Battiato ci vuole rendere partecipi delle eccellenze di cui, in campo filosofico e teologico, ha avuto fortuna e piacere di fare la conoscenza.
La storia è strumentale a tale finalità : Giulio B., anche se in pensione, continua a esercitare la sua vecchia professione, insegnare “Antropologia culturale” presso l’Accademia di belle Arti di Brera. E’ ateo e ha una vera passione per le feste etnico-popolari. Dovunque ci sia una rappresentazione curiosa e intrigante, c’è lui a documentare, intervistare, e archiviare: è appunto il tentativo di assistere e riprendere una festa del fuoco di origini pre-cristiane che lo porta a smarrirsi in un bosco. Troverà riparo e ospitalità in una casa in cui si sta svolgendo un incontro singolare e lì sarà coinvolto in un’esperienza travolgente ed unica.