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Articolo n° 18492 del 06 Dicembre 2007 delle ore 15:47

Savona, è scontro tra piccola e grande distribuzione

[thumb:2141:r]Savona. Continua il botta e risposta tra piccola e grande distribuzione a Savona, culmine di un braccio di ferro che arriva proprio alla vigilia delle festività natalizie, momento clou del settore commerciale e che tanti esercenti aspettano con ansia per “rifiatare” dal difficile periodo di crisi.
Ieri il Presidente provinciale della Confesercenti Franzo Zino aveva messo sotto accusa la grande distribuzione savonese per non rispettare le norme relative a sconti e promozioni previste nella legge regionale sul commercio. E sulla stessa lunghezza d’onda si era espresso anche il presidente provinciale della Confcommercio Vincenzo Bertino.
Oggi, sulle pagine savonesi de Il Secolo XIX, è arrivata la replica del direttore dell’Ipercoop di Savona Cosimo Giudice, chiamato direttamente in causa, il quale ha ribadito come l’Ipercoop non propone né vendite promozionali, né vendite straordinarie, nè tratta capi di abbigliamento, facendo semmai riferimento a cosiddetti “sottocosto”, un’operazione peraltro consentita a livello nazionale: “Si tratta di merce – cita la dichiarazione -, alimentari e non, che per vari motivi ed esigenze, in periodi dell’anno in cui i magazzini lo richiedono, può essere messa in commercio a prezzi di convenienza”.
Questa mattina la Confesercenti è tornata all’attacco, precisando in una nota: “il nostro riferimento non è alla vendita “sottocosto” di cui, peraltro, abbiamo già espresso le nostre perplessità su una norma certo attuale e legittima, ma, per quanto concerne l’Ipercoop, all’opuscolo pubblicitario di 40 pagine distribuito in città, dal titolo “grandi regali a prezzi piccoli piccoli”, in cui, a solo titolo di esempio, alle pagine 5, 15, 22, 25, si indica sconto alla cassa di…%. Non affrontiamo il tema dei cosiddetti sconti e promozioni riservati ai soci che, a nostro avviso, meriterebbe un approfondimento”.
“Già nel nostro precedente intervento – prosegue la nota – dicevamo che la legge regionale, almeno su questi punti, non è forse sufficientemente chiara, ma è certo che l’interpretazione della norma non può essere lasciata ai vari avvocati (di cui la grande distribuzione può assai più facilmente fare uso rispetto al piccolo singolo esercente) ma deve essere univocamente applicata dai competenti uffici comunali. Tali precisazioni – ribadisce la Confesercenti – perché nei mesi scorsi, e più precisamente nel periodo precedente i saldi estivi 2007, alcuni comuni della nostra provincia hanno applicato una interpretazione, forse restrittiva, della vigente norma regionale impedendo a piccoli esercizi commerciali, i cui titolari avevano chiesto lumi ai predetti uffici, di comunicare con cartellonistica le vendite scontate per articoli non di generi di abbigliamento, ed in particolare profumeria, erboristica,casalinghi”.
Infine l’associazione deli esercenti rincara la dose, includendo nella lista di marchi o gruppi rei di violare la norma regionale anche La Prealpina e l’Unieuro per i comuni di Vado, Albenga, Cairo Montenotte e Cisano sul Neva”.


» Redazione

6 commenti a “Savona, è scontro tra piccola e grande distribuzione”
Simone Anselmo ha detto..
il 6 Dicembre 2007 alle 17:33

Seppur continuo ad essere molto critico con la grande distribuzione, specie per come sono trattati i lavoratori che ormai in quel campo sono tutti precari e ora costretti anche a caricare i banchi durante la notte, mi fanno sorridere certe posizioni in cui si lotta contro chi comunica alcuni sconti sulla merce in vendita.
Infatti vorrei ricordare a confesercenti quanta gente fà fatica ad arrivare alla fine del mese e spera in una vendita a prezzo basso o ancor meglio sottocosto.

mokina66 ha detto..
il 7 Dicembre 2007 alle 08:21

Ma come può dichiarare il direttore dell’ipercoop che non tratta articoli di abbigliamento? sinceramente mi sento presa in giro !!! Loro possono fare tutto, il trucco è cambiare nome alle azioni che compiono sostenuti da team di esperti in raggiri alle regole.

lui la plume ha detto..
il 7 Dicembre 2007 alle 09:26


I piccoli negozianti se non vendono devono solo ringraziare la politica comunale sulla sosta che ha eliminato le soste con “disco orario” le sole in grado di permettere lo sviluppo del piccolo commercio a favore della assurda sosta riservata ai residenti od alla altrettanto assurda sosta a pagamento.

La strada non e’ un ampliamento della propria casa o del proprio ufficio e’ un posto dove si deve “circolare” una breve sosta per carico o scarico delle proprie masserizie e via si porta la vettura in una zona predisposta alla sosta.

Utopia? ma nemmeno per idea i posti ci sono eccome, anche nel centro basta avere ben presente il bene della citta’ …. un esempio quel rudere chiamato ex ospedale che qualcuno vuole trasformare in un centro commerciale (la definitiva morte per il piccolo commercio posto) fatte salve eventuali parti con valore artistico con uno scavo in tutta la zona si ricavi un parcheggio interrato (con posti quasi gratuiti per i residenti o domiciliati o lavoratori della zona che non dovranno piu’ occupare i posti in strada, lasciati a disposizione con zona disco a quanti vi si recano per brevi periodi) sopra il parcheggio un bel giardino.

I grandi centri commerciali sono spesso pieni di “robaccia” cosi’ la definisce il mio gatto che vuole un cibo che vendono solo i negozi specializzati … peccato pero’ che raggiungerli non e’ facile, bisogna cercare un parcheggio introvabile, ieri da solo non e’ stato possibile, tornato a casa e di nuovo davanti al negozio e’ scesa mia moglie, ho dovuto poi fare un giro dell’isolato per riprenderla quando mi ha avvertito sul cellulare che era uscita dal negozio, davanti al quale le auto dei residenti erano posteggiate da tempo (lo si nota dallo sporco stratificato).

Nei negozi “sotto casa” ci si reca comunque anche se un poì piu cari, ma solo per prendere “roba buona” si fa’ un po’ di strada e di coda per prendere la focaccia “buona” o …. per lo scatolame si fa’ la scorta dove e’ piu’ conveniente spesso fuori regione per evitare i costi maggiorati degli esercizi locali.

La pescheria, il lattaio, il pollivendolo …. e poi il droghiere che ha un po’ di tutto, oggi sono tutti droghieri … ma in piccolo con la voglia di far concorrenza al grande centro commerciale, una battaglia persa in partenza, penosamente, mettere in vista tanti prodotti ad un prezzo piu’ alto rispetto a quelli della grande distribuzione e’ deleterio:

vedo quel prodotto che consumo abitualmente noto che e’ in vendita ad un prezzo molto piu’ alto …..

istintivamente evito di acquistare altre cose cui attribuisco lo stesso ricarico,.

Non e’ un problema vincere la concorrenza dei centri commerciali ma ad una condizione, offrire un servizio migliore

con la specializzazione e la qualita’.

Simone Anselmo ha detto..
il 7 Dicembre 2007 alle 11:19

Concordo pienamente con l’ ultimo intervento, i commercianti ovunque offrono servizi alternativi, per esempio mi è capitato di entrare ad Alessandria in un negozio di alimentari (notare che in centro ad Alessandria ci sono molti centri commerciali a partire dall’ Esselunga) e ho sentito chieder dal commerciante alla persona anziana a che ora volesse la spesa a casa.
Quanti commericianti savonese farebbero la faticata di portare la spesa ad un anziano?

mrmagoo ha detto..
il 7 Dicembre 2007 alle 15:52

Se nella nostra provincia come già succede in altre provincie italiane cominciassimo ad utilizzare parallelamente all’euro, una moneta locale, allora la piccola distribuzione avrebbe un’arma in più per competere con la grande distribuzione perchè ci sarebbe una iniezione di “liquido” senza debito che aumenterebbe il potere di acquisto della gente e non saremmo più costretti per risparmiare a recarci nell’ipercoop o similari ma torneremmo a servirci del negoziante sotto casa. Naturalmente l’argomento non è così facile come a dirsi perchè comporta una altissima capacità di aggregazione dei commercianti, artigiani, professionisti ecc… e su questa io nutro forti dubbi, perchè siamo tutti capaci a lamentarci ma quando si tratta di agire siamo sempre pronti a dare la precedenza a quello dietro, e quando si tratta di trovare una scusa qualsiasi siamo sempre i primi con i soliti argomenti triti e ritriti (è sempre colpa di qualcun altro se non si lavora) e non siamo capaci a sperimentare alternative di miglioramento.

lui la plume ha detto..
il 7 Dicembre 2007 alle 17:30

–E vero Anselmo

anche mia mamma ordinava tutto per telefono e la merce veniva consegnato a casa, tre piani senza ascensore, in seguito il negoziante “sotto casa” venne a mancare e cosi’ il “prezioso” servizio, dovetti pensarci io … ma che difficolta’ per farlo, … abitavo nella parte opposta della citta’.

Dopo tanti interventi una rete commerciale “attenta alle opportunita’ del mercato” ha cominciato a fare direttamente queste consegne a domicilio, oggi si puo’ ordinare anche via internet ed oltre una certa eta’ la consegna e’ gratis.

Purtroppo le cooperative mancano di queste elasticita’, i negozianti spesso seguono le orme peggiori.

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